Pagamenti nei giochi, arriva finalmente la svolta che in molti attendevano con ansia. Cosa ne sarà del diffusissimo mondo dei game in rete?
Già dai tempi remoti e non sospetti, il mondo dei giochi aveva sicuramente il suo fascino ed il suo seguito. Certo, nessuno poteva mai pensare che con l’avvento di Internet si assistesse ad una proliferazione veramente notevole ed esorbitante. Il mondo dei giochi virtuali, eseguiti in rete, stanno raccogliendo sempre più consensi coinvolgendo una notevole fetta della popolazione mondiale.
Sono tanti i gamers, prevalentemente delle nuove generazioni ma non solo che si cimentano in sfide virtuali contro avversari provenienti da ogni angolo del mondo. Grazie al mondo web la connessione globale era piuttosto evidente. Ma anche qui però le lamentele sorgono, al pari di qualsiasi settore.
Pensiamo, ad esempio, a quante volte ognuno di noi si è visto attivare dei giochi sul proprio smartphone a sua insaputa. C’è aria di cambiamento? Vi sono delle novità emerse proprio di recente nel corso dell’ultimo evento dedicato al fantastico mondo dei giochi.
In occasione del recentissimo Gamescom 2024 ha avuto luogo la conferenza Devcom dedicata agli sviluppatori e a tutti gli addetti ai lavori del settore. In tale occasione è emerso un dato molto interessante. Gli organizzatori Devcom infatti hanno chiesto a 100 relatori dell’evento di rispondere a delle domande circa l’industria dei videogiochi e quello che è uscito fuori è veramente interessante.
Il 89% degli intervistati ha ammesso che i game premium non dovrebbero avere le microtransazioni o i Loot box, piuttosto un modello di business basato sul Buy to play, cioè si acquista il gioco per avere un’esperienza completa. Il 65% degli intervistati ha dichiarato altresì di essere favorevole al modello business Premium per i giochi fisici e digitali, invece il 10% ha ammesso di volersi affidare a campagne di raccolta fondi per finanziare i propri progetti.
Ovviamente in un evento dedicato ai giochi non si poteva non parlare dell’intelligenza artificiale e dell’impatto che questa ha ormai nella vita di tutti i giorni. Il 31% del campione intervistato ha dichiarato di voler usare la AI il meno possibile. Il 21% intravede dei benefici sul codice e la produzione mentre invece il 18% pensa che l’intelligenza artificiale possa essere in realtà utile se usata correttamente in ambito marketing e comunicazione.
Meno del 10% la userebbe per il lato artistico e meno del 5% per la narrazione. Solo una persona ha ammesso che l’AI potrebbe sostituire il lavoro umano. Il mondo dei videogiochi pare tuttavia essere in crisi. Lo pensano in molti, più della metà degli intervistati; un mercato ormai saturo da cui forse potrebbero derivare dei licenziamenti di massa nei prossimi 12 mesi, questo è quanto prevedono alcuni intervistati.