La ripresa autunnale mette al centro del dibattito socioeconomico, l’aumento dei prezzi ed in particolare di quelli delle case, e torna il classico dilemma: meglio mutuo o affitto?
L’ennesimo rialzo dei tassi da parte della Banca Centrale Europea pone al centro del dibattito politico ed economico due fattori decisivi per la convivenza sociale. In primo luogo, l’accesso al credito e gli effetti diretti sul costo dei beni e sulla propensione al consumo. In secondo luogo, la questione della Casa. O meglio dove vivere, come vivere e nel caso degli studenti fuori sede in che condizione vivere. Vediamo di capire qualcosa in più.
Partiamo dal dato assoluto. Per la decima volta in poco tempo la Banca Centrale Europea ha alzato il tasso di interesse. Questa volta di 25 punti base portando il dato massimo al 4,50%. Un record, un record storico. Il motivo della scelta è legato al fatto che l’inflazione, seppur in rallentamento, è ancora alta e soprattutto gli effetti sul potere di acquisto sono ancora forti. E le previsioni nefaste.
Mutuo o Affitto, i prezzi delle principali città
Basti pensare al carrello della spesa che viaggia ancora su prezzi del 10% più alti rispetto al 2022. Per non tacere della benzina, con l’aggravio delle accise non più sterilizzate e ovviamente nemmeno tolte e tutto l’indotto legato al credito e alla casa. E proprio sulla casa vogliamo centrare il ragionamento. L’ennesimo rialzo dei tassi che effetto pratico ha su mutui e affitti? In quali città conviene vivere con i prezzi correnti?
Ovviamente non esiste una risposta netta e certa perché è sempre tutto, e comunque, commisurato alla disponibilità economica e alle condizioni di vita e di lavoro delle persone. Ma ragionando su una scala ideale due dati sono chiari. Meglio un mutuo che un affitto, fatta eccezione per Milano dove il mercato immobiliare locale spinge in direzione opposta; meglio un mutuo a tasso fisso che un mutuo a tassa variabile.
Parlando di cifre, e indichiamo solo quelle delle grandi città e delle grandi aree metropolitane, segnaliamo che i prezzi a parità di zona censuaria di Genova, Bologna, Firenze e Palermo sono decisamente più abbordabili di quelli di Roma, Napoli e Torino. In particolare, per le fasce medie della città dove la differenza per un mutuo a tasso fisso ventennale è di almeno l’8% in meno. Totalmente fuori portata, a meno di non disporre di capitali ingenti, un mutuo a Milano. In questo caso la differenza è segnalata in doppia cifra