Siglare un patto per sterilizzare il volo dell’inflazione, almeno nell’ultimo quadrimestre dell’anno. È questo il progetto anticrisi del Governo Meloni. Ecco come funziona
I contorni sono in via di definizione, i numeri ancora incerti ma individuati all’interno di un determinato range. Gli effetti? Sicuramente positivi. Parliamo del progetto spiegato, con dovizia di particolari, dal Ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso. Il progetto, nello specifico, è un progetto per sterilizzare gli effetti dell’inflazione e restituire parte del potere di acquisto smarrito alle famiglie. Vediamo come funziona e quanto vale.
Partiamo dalla base. Il progetto si chiama Patto antiinflazione e coinvolge i principali soggetti economici che agiscono in Italia. L’obiettivo, e lo dice la parola stessa, è quello di ammansire l’inflazione. O almeno sterilizzarla, nel quadrimestre finale dell’anno 2023. Un anno nel quale l’Italia, con grande fatica, è tornata al segno più in termini di crescita del Prodotto Interno Lordo. Salvo disastri dalla crisi economica in Germania. Un anno nel quale però, l’inflazione ha bruciato risorse, risparmi e potenziale di crescita.
Ma perché tutto questo? Dobbiamo addentrarci velocemente nella macroeconomia. L’inflazione è un “mostro”, un meccanismo perverso che fa perdere valore alla moneta in concomitanza di aumenti violenti e veloci dei prezzi. Esattamente quello che accade con la pandemia da coronavirus covid-19 e la guerra tra Russia e Ucraina. L’inflazione nell’Area UE era di fatto scomparsa ma nel biennio 2022-2023 è tornata a correre veloce tornando ai livelli di metà Anni Ottanta dello scorso secolo.
L’effetto pratico è la perdita di potere di acquisto. Un euro assume il valore di 90 centesimi e i consumi ovviamente ristagnano o si bloccano facendo correre l’economia verso stagnazione, recessione e depressione. Obbligatorio intervenire. E l’intervento arriva sotto forma di patto. Un accordo firmato dal Ministro Urso con le centrali nazionali delle Cooperativa, con Federdistribuzione, con la Confcommercio, con Federfarma e altre sigle minori ma non meno importanti.
Il patto prevede la costituzione di un “Paniere Tricolore”, un insieme di prodotti di primissima necessità su cui le imprese si impegnano a non adeguare i prezzi al costo dell’inflazione. Questo meccanismo fa sì che le fasce più deboli della popolazione possano fare spesa a prezzi contenuti ma senza per questo dover rinunciare ai beni primari. L’effetto desiderato è tenere bassa l’inflazione, rilanciare i consumi e salvaguardare la crescita