Una ricerca USA mette in discussione tutta la letteratura, e la pratica industriale, sul bicchiere di carta e sul suo impatto ambientale
Quando siamo in ufficio spesso ci ritroviamo a prendere il caffè espresso dalle macchinette in bicchieri di carta. E spesso non facciamo nemmeno la differenziata perché pensiamo che questo tipo di bicchiere non sia inquinante. E qui sbagliamo pensando di aver fatto una scelta ecologista preferendo i bicchieri di carta a quelli di plastica.
Infatti uno studio recentissimo ci spiega che anche questi bicchieri di carta, che vengono usati in tutto il mondo, sono rivestiti da una sottilissima parte di plastica per impedire che il liquido, spesso caffè, passi attraverso la carta. Lo studio viene dalla Svezia e precisamente da Carney Almroth docente di scienze ambientali dell’Università di Goteborg che spiega come ci siano delle sostanze chimiche pericolose che vengono rilasciate da questi materiali creando reazioni chimiche a noi dannose.
Bicchiere di carta, l’incredibile studio made in Usa
La professoressa Carney Almroth, e il suo staff, composto da colleghi della stessa università svedese, hanno fatto un esperimento utilizzando larve di moscerino. Dopo aver messo bicchieri di carta in ammollo fino a un mese hanno inserito le larve di moscerino le quali hanno subito problemi nello sviluppo a causa dell’acqua contaminata.
Quello che ha potuto constatare la studiosa svedese, pur non avendo analizzato l’acqua, è stato il livello di tossicità dell’acqua e le reazioni chimiche che si sono verificate nell’ambiente creato. La professoressa ha pure sottolineato che non si è a conoscenza dei materiali utilizzati per fare questi prodotti e che gli stessi produttori non divulgano i materiali che utilizzano per queste produzioni di bicchieri a tutti noti come ecologici rispetto a quelli di plastica.
Nel processo di produzione sappiamo però che i produttori utilizzano sostanze chimiche durante il processo di lavorazione e che queste sostanze insieme alla microplastica rilasciata a contatto con liquidi caldi può essere dannosa. La professoressa svedese fa parte di un gruppo di scienziati che si riunirà a novembre in Kenya per un trattato mondiale sulla plastica.
