Brutta battuta di arresto per la filiera economica della produzione e dell’esportazione del vino italiano. Tutti i numeri
Nel 2006 tutta Italia, e tutta Europa, rimasero incantati da una pellicola anglo-americana sulla produzione del vino. Il film, dal titolo A Good Year, nelle nostre sale Un’ottima annata, era diretto da Ridley Scott e interpretato, magistralmente, da Russell Crowe e Marion Cotillard. Un gioiello della cinematografia mondiale che oggi, a distanza di quasi venti anni, siamo costretti ad utilizzare come paradigma.
Si perché purtroppo, ad oggi, l’annata 2023 della filiera della produzione e dell’esportazione dei vini italiani non si può che definire brutta. Anzi pessima. Una pessima annata dunque. Secondo i dati forniti dai principali consorzi nazionali del settore, la peggiore dal 2000 ad oggi. Vediamo cosa è successo in particolare su uno dei punti forti della filiera. L’esportazione verso l’estero del frutto della Vite.
Dai dati di rilevazioni condotte dalle dogane nei primi sei mesi del 2023 sono in evidente e brusco calo le esportazioni di vini DOP, Di Origine Protetta italiani. Questa mancata esportazione di vini nei paesi in primis d’Europa e in seconda battuta degli Stati Uniti, della Cina e dei suoi satelliti commerciali, ha lasciato nelle nostre cantine giacenze in numeri che segnano un dato storico. Un dato purtroppo negativo, il più alto dal 2000 ad oggi. Oltre il 10%.
A rilevarlo nel dettaglio è Uiv Vinitaly dopo aver elaborato lo studio e i dati di Cantina Italia per il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e delle foreste. È quasi tempo di vendemmiare e le giacenze nelle cantine italiane toccano un record storico. Il quantitativo di vino in giacenza è di 45,5 milioni di ettolitri pari al possibile imbottigliamento, di bottiglie 0,75 centilitri, complessivamente rimaste nelle cantine d’Italia.
Da segnalare che l’esportazione dei vini italiani cresce in Paesi come la Russia ma è in forte calo come accennato in Cina e satelliti, in Giappone, in Corea del Sud, in Canada e in Norvegia. L’amministratore delegato di Verona Fiere, Maurizio Danese, ha spiegato che una soluzione per abbassare il dato negato è un buon successo di Vinitaly. Fiera del Vino che può essere un volano nella costruzione dei rapporti extra Europa creando ponti commerciali. In particolare, verso gli Usa dove la prevista una collaborazione con la Camera di Commercio di Chicago per l’International Wine Expo può cambiare lo scenario.