Da settembre sarà operativo, in via definitiva, il taglio del cuneo fiscale, ecco di cosa si tratta e cosa cambia per la busta paga dei lavoratori attivi in Italia.
Con la costante salita dell’inflazione, come tutti ormai siamo perfettamente coscienti, è anche salito il costo del carrello della spesa, e quindi dei beni alimentari di prima necessità. Da poco è stata tenuta una riunione proprio riguardante il vertiginoso aumento dei prezzi della pasta. Pasto più comune sulle tavole degli italiani e non solo.
Il problema, come è logico che sia, va attribuito appunto all’aumento del costo del denaro che da diversi mesi si è imposto sulle nostre economie. Certo, salivano i prezzi degli alimenti, ma non sembravano essere intenzionati a seguirli, anche gli stipendio mensili, percepiti dagli italiani. O almeno era così fino a poco tempo fa. Prima con il nuovo Decreto Lavoro e ora con la Riforma Fiscale via delega, infatti, compare una soluzione, parziale ma significativa, a questo aumento.
Un modo importante di far fronte alle difficoltà degli italiani, attraverso un semestrale aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, attraverso il taglio del cuneo fiscale. Per non tacere dei vari interventi sulla riforma del fisco. L’aumento consisterà nel 6% dello stipendio totale per tutti quelli al di sotto dei 2.692 euro ed un aumento invece del 7%, per tutti gli stipendi che non superino i 1923 euro.
Per la prima categoria si prevede che i numeri girino attorno agli 860 mila, mentre per la seconda categoria sono previste invece circa 335 mila persone. Gli aumenti verranno forniti a partire dalla mensilità di luglio 2023 e saranno attivi fino a dicembre 2023. Ma il cedolino della mensilità destinata verrà consegnato solo con la mensilità successiva. Il che significa che l’aumento di luglio, verrà al dipendente pubblico, corrisposto nel mese di agosto e che l’ultima mensilità di dicembre, verrà invece percepita nel mese di gennaio del 2024.
Questa non è l’unica manovra proposta dallo stato per stare accanto alle famiglie in difficoltà. Un’altra infatti è la carta aiuto spesa, recentemente attivata e consegnata indistintamente a tutti i cittadini aventi diritto. I numeri sono stati decisi in base all’ISEE, direttamente dal comune dove l’intestatario del suddetto ISEE possiede la residenza anagrafica.