La FED, la nota Federal Reserve USA ha alzato di nuovo il tasso di interesse facendo schizzare altissimo il costo del denaro.
La Fed non demorde e decide di aumentare i tassi di interesse di ulteriori 25 punti base. Torna quindi ad aumentare il prezzo del denaro, mettendo in drastica difficolta tutta la popolazione.
La Federale Reserve, altrimenti nota come Fed, ha portato il prezzo del denaro sopra di un’altra asticella, allontanando l’amato oggetto del desiderio, dalle mani impure dei piccoli cittadini del mondo. l’aumento del consto del credito è salito oggi quindi di altri 25 punti base. Gli obbiettivi del Fed Funds Rates arrivano quindi al 5,25-5,50%. A giugno si era deciso di prendere una pausa riflessiva e verificare l’andamento dei mercati. Evitare di prendere scelte molto importanti senza che queste venissero prima profondamente ponderate.
Un ulteriore aumento del rezzo del denaro non farà altro che nuocere all’economia prossima, ma era evidentemente la scelta meno rischiosa. La decisione quindi, una volta ben ragionata, è tornata nelle ultime ore ad essere discussa. La decisione sull’aumento è stata, va detto, presa con unanimità. Lo scopo è ovviamente quello di fronteggiare l’inflazione ed il conseguente aumento dei tassi di interesse.
Prima di decidere per ulteriori aumenti dei tassi quindi, la Fed monitorerà il mercato studiando le reazioni che conseguiranno ai più recenti numeri e sviluppi. Il presidente della Fed ha inoltre, di recente rilasciato una dichiarazione al riguardo. Ha chiarito ai microfoni che tutti nel settore auspicano in una crescita economica, quanto meno equilibrata. La tendenza porta a desiderare il raggiungimento del 2% per l’inflazione. In risposta, ci si aspetta anche una maggiore richiesta di domande nel mercato del lavoro.
Jerome Powell, questioni nome del presidente della Fed, si è infine, dimostrato molto ottimista su questo tema. Prevede la forte possibilità di un “soft landing”. Riferito alla lenta stabilizzazione futura dell’inflazione. Non è certo per il momento previsto una reale contrazione dell’inflazione, ma sicuramente, non sarebbe sbagliato sperare nella possibilità di un reale rallentamento di essa.