A dispetto del pagamento della terza rata del PNRR la capacità di spesa di Italia e Spagna resta bassa. I dati di una ricerca autorevole
Tornano le difficoltà che riguardano il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il progetto varato dal Governo Conte II e finalizzato dal Governo Draghi atto a far uscire l’Italia e l’Europa dalla crisi economica generata dalla pandemia da coronavirus covid-19. Ma a questo giro le difficoltà non sono solo in Italia. Altri paesi, infatti, ritengono di non essere in grado di portare a termine i progetti previsti nei dai rispettivi piani, nei tempi dichiarati. A seguire ogni chiarimento.
L’attuale scadenza è prevista per il 2026. L’obbiettivo, per i meno informati, è quello di riuscire, con successo, ad utilizzare i soldi forniti dall’Unione Europea, ovvero quelli derivanti dal fondo Recovery UE. Questi poggetti, sponsorizzati direttamente dall’Unione Europea, mirano a portare avanti obiettivi mirati. Obiettivi che vedono, come protagonisti assoluti, la definitiva coesione sociale su tutti i territori e l’avanzamento della svolta green. Per alcune nazioni però, il percorso non è sembrato essere così semplice.
PNRR, l’analisi di Standard & Poor Global Ratings
Una di queste nazioni, come noto, siamo noi. L’Italia prevede già da tempo di non riuscire a far fronte alle scadenze che l’Unione Europea ci aveva imposto. Un’altra nazione che però si trova in una posizione pericolosamente simile alla nostra. Con ogni probabilità quindi, sia l’Italia che la Spagna, oltrepasseranno la data ultima per il completamento dei progetti, fissata per il 2026. In fin dei conti, alla fine del 2022, l’Italia era riuscita a mala pena ad utilizzare circa il 20% dei fondi messi a disposizione.
Mentre i numeri della Spagna sono ancora più bassi e preoccupanti. Alla fine del 2022, loro avevano utilizzato circa il 10% dei soldi forniti dal Recovery UE. È per questo che, nel più recente report stilato da Standard & Poor Global Ratings, si può chiaramente leggere che sia L’Italia che la Spagna, sono fortemente inclini a non riuscire a spendere tutti i soldi messi a disposizione.
E che quindi, altrettanto probabilmente, avranno bisogno di un tempo aggiuntivo, rispetto al resto d’Europa, per completare i progetti dichiarati. Ovviamente, molte la forte salita dell’inflazione, ha portato queste due nazioni a rallentare i lavori, per questo e per altri motivi simili, l’Europa, sta valutando la proroga per le due nazioni.