Ammontano a 15 miliardi di euro le rate di mutuo e prestito non pagate dai consumatori italiani. E le richieste di supporto sono una vera odissea. Il caso di Chrystian M.
Nulla da nascondere sullo stato attuale della crisi economica che sta investendo l’Italia. Ne conseguono di contro danni di vario genere per chi ha acceso un credito anni addietro. Siano essi titolari di prestito o persone che avevano stipulato un contratto di mutuo a tasso variabile. L’Associazione Bancaria Italiana ha diffuso, di recente, consigli e soluzioni per i suoi clienti. Ma le testimonianze dei diretti interessati sembrerebbero smentire tutte le buone intenzioni. Vediamo perché.
Il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, si è di recente espresso, a nome di tutti gli istituti di credito del Paese, in supporto dei consumatori incagliati nelle spire del mutuo a tasso variabile. Il numero uno delle banche italiana ha diffuso consigli e soluzioni possibili, attraverso un memorandum con focus le conseguenze dell’inflazione, appunto. sui mutui a tasso variabile. Tra i consigli, il primo tra tutti è quello di rivolgersi, ai primi segni di difficoltà, alla banca dove è acceso il proprio prestito.
Con la promessa che queste avrebbero ascoltato e fatto di tutto per assistere i propri clienti.Varie le soluzioni proposte, tra le quali la possibilità di bloccare momentaneamente le rate del mutuo appellandosi al fondo prima casa. Ma non solo, anche la possibilità di cambiare direttamente banca, modificando nel processo gli obblighi contrattuali. Insomma, le possibilità per rendere la situazione più sostenibile, ci sono.
La realtà però, sembrerebbero dire altro. E i casi di difficoltà, disagi, in alcuni casi vere e proprie odissee si susseguono. Uno degli esempi più significativi è la storia raccontata a Il Fatto Quotidiano da Chrystian M. Il mutuatario nel 2019, assieme alla compagna, ha acquistato una casa con un mutuo a tasso variabile. I due coniugi sono partiti con una rata mensile di 700 euro di allora per arrivare, dato di maggio 2023 a 1350. L’uomo afferma di aver tentato, varie volte, la rinegoziazione del mutuo. Ma la banca non è mai venuta in contro alla coppia.
I due hanno un bambino di tre anni e sognavano di averne un secondo. Ma i numeri non permettono il “lusso” di dare al piccolo un fratellino o una sorellina. Arrivati a fare un solo pasto al giorno per poter assicurare al figlio un tetto. Grazie ad una banca che, li ha trattati “come morti di fame”. Porte in faccia alle famiglie in difficoltà. Poi lo stato su lamenta della natalità bassa e dei giovani che non hanno più i giusti valori