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Attualità

Petrolio e gas: i prezzi cambiano di nuovo. Cosa sta accadendo?

Pubblicato da
Lorenzo Angelini

I prezzi di petrolio e gas oscillano e sembrano cambiare di nuovo. Pronti ad aspettarci un nuovo 2022 o la cosa sarà sotto controllo?

Con fatica, ma i prezzi del gas e del petrolio sono diminuiti, e continuano la loro diminuzione rispetto all’impennata innescata dalla guerra in Ucraina. Il WTI si attesta sui 72 dollari al barile, mentre il Brent sui 77 dollari, ben lontani dai 100 dollari al barile del 2022. Stessa cosa per quanto riguarda il gas nel benchmark europeo, che, anche se in rialzo, si attesta sui 37 euro megawattore.

Gasdotto (Canva) – Bnificobancario.it

I problemi sul panorama mondiale comunque non mancano. l’OPEC vorrebbe mantenere il prezzo dell’oro nero entro certi livelli e non faro abbassare ulteriormente, oltre ai problemi con la reperibilità del GNL (Gas Naturale Liquefatto) dati dalla Russia. Si conta, inoltre, una diminuzione di piattaforme petrolifere e di gas USA, oltre che strutture in lunga manutenzione in Norvegia. Ma niente lascia presagire una situazione come quella del 2022.

Non si prevede un nuovo crollo: cosa succede ai prezzi di gas e petrolio?

Ma nonostante la chiusura anche del più grande giacimento di gas Europeo nei Paesi bassi, da gennaio 2023 il greggio Brent, punto di riferimento globale del petrolio, si è stabilizzato sui 75 dollari a barile, esattamente 45 dollari in meno rispetto ad un anno fa. Parlando di gas, abbiamo un calo dell’88% dal picco di agosto, con un prezzo stabile sui 35€ per megawattora. Come succede tutto ciò?

Estrattore (Canva) – Bonificobancario,it

Una delle risposte trovate dagli esperti sembra essere negli alti prezzi che l’OPEC ha tenuto in questi anni. Infatti tutto questo ha incentivato la ricerca di produzioni fuori l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC). Così troviamo nuovi pozzi nel bacino dell’atlantico e in Norvegia, aumentando la produzione fuori OPEC di 2,2 milioni di barili al giorno nel corso di tutto il 2023.

Parlando del gas, la situazione si complica. Il principale gasdotto russo rimane chiuso, ma Freeport Ing, una delle principali strutture che gestisce l’esportazione di gas dall’America all’Europa, ha ripreso in piena attività, dopo che l’anno scorso era stata danneggiata da un’esplosione. Inoltre i flussi Norvegesi riprenderanno a pieno ritmo a metà luglio. Questo porterà all’obbiettivo europeo di arrivare al 90% di stoccaggio.

Lorenzo Angelini

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Lorenzo Angelini