La banconota da 1 euro non è prevista in circolazione dalla Banca Centrale Europea: potrebbe essere utile?
Nel 2023 l’euro ha compiuto 21 anni. In realtà la moneta che ha unificato ancora di più i Paesi dell’Unione Europea (almeno quelli che hanno aderito, poiché c’è ancora chi mantiene la propria valuta) esisteva già dal 1999 ma solo per le valutazione delle borse. Il 1 gennaio 2002 è entrata effettivamente in circolazione.
Le generazioni più giovani non ricordano il passaggio dalla lira con le banche che distribuivano i kit con tutte le nuove monete in cambio dell’equivalente e le calcolatrici con la funzione euro-lira. A tutti però fu tutto chiaro che con l’euro avremmo avuto più monete in tasca.
Considerando che soprattutto per i primi due mesi in avevamo anche le monetine di rame da 1 e 2 centesimi, con esse, fino a quella da 2 euro, erano otto le monete con la più grande che equivaleva a quasi 4mila lire, una cifra che avrebbe accontentato i bambini dell’epoca per comprare caramelle e figurine dei calciatori.
Con la lira nel 2001 le monete erano 5: 50 lire, 100 lire, 200 lire, 500 lire e 1.000 lire (in circolazione per poco tempo, solo dall’anno 2000). Insomma gli “spiccioli” erano molto di meno con la vecchia valuta.
Oggi 1 euro, ovviamente, vale molto meno rispetto al suo equivalente, 1.936 lire. Sono passati più di vent’anni e per qualsiasi moneta l’inflazione avrebbe fatto il suo corso. Poi negli ultimi anni questo fenomeno si è accentuato molto e dunque oggi con 1 euro compriamo davvero poco, a volte neanche un caffè.
Ma perché all’epoca la Banca Centrale Europea decise di non stampare banconota da 1 euro sul modello modello del dollaro americano? Esiste un motivo ufficiale e come spesso succede in economica, anche uno ufficioso. Inoltre la banconota che rappresenta il potere degli Stati Uniti nel mondo, vale meno di 1 euro.
La Bce optò per il metallo perché più resistenti e meno soggetto a falsificazioni con minori costi di mantenimento rispetto alla carta. Qualcuno sostenne che in questa scelta ci fu il peso della Germania che aveva la moneta ma non la banconota da 1 franco.
Psicologi ed economisti dicono che la banconota ha un valore psicologico diverso rispetto alle monete di metallo: queste sono quasi fastidiose e viste di scarso valore e per questo si tende a liberarsene il prima possibile. Più si spende e più aumenta l’inflazione ma significa anche che gira l’economia e gli affari vanno bene, soprattutto per chi è già più ricco.
Insomma, la banconota da 1 e 2 euro potrebbe aiutarci a spendere di meno e dunque a tenere a bada l’innalzamento dei prezzi.