Meglio prestare attenzione quando si fanno o ricevono pagamenti in contanti: stanno girando banconote false! Ecco come le possiamo riconoscere.
Anche se siamo ormai nell’era del contactless, e si eseguono sempre più pagamenti con la carta di credito, anche per pagare un caffè o comprare le sigarette, ci sono ancora tante occasioni in cui utilizziamo i contanti. Ebbene, è meglio stare attenti a quali banconote ci finiscono tra le mani: ne stanno girando parecchie false! Sebbene i criminali siano diventati sempre più ingegnosi e preparati, se così possiamo dire, c’è un dettaglio che li tradisce.
Nell’antichità, le banconote non esistevano, e si pagava tutto dapprima con il baratto, ed in seguito con le monete, diverse a seconda del Paese dove ci si trovava. Il primo accenno ai soldi in carta lo fece Marco Polo nel XIII secolo, ma sono dovuti passare 4 secoli, prima che diventasse realtà, grazie alla Banca di Svezia nel 1661. Oggi, abbiamo entrambe, e di solito utilizziamo il contante per fare gli acquisti di tutti i giorni.
Banconote false: presta attenzione, questo il dettaglio con cui le riconosci
Con l’avvento dell’euro nel 2002, le Zecche di Stato si sono premunite, fornendo alle banconote alcuni dettagli difficili da riprodurre dai falsari. Quelle più a rischio di contraffazione sono quelle da 20 e 50 euro, di solito anche quelle più usate e maggiormente in circolazione.
Nelle banconote, ad esempio, è presente un filo che, se visto in controluce, mostra il simbolo dell’euro. Di solito i falsari invece lo stampano, quindi è facilmente riconoscibile se guardato con attenzione. Inoltre, le banconote contraffatte vengono stampate con carta di alta qualità, risultando lisce al tatto, ma quelle originali, risultano invece più ruvide.
Infine, c’è un altro dettaglio a cui prestare attenzione, e ha a che fare con il suono: quando si prendono infatti in mano delle banconote, il rumore prodotto è diverso a seconda che siano vere o false. Meglio quindi dare sempre un’occhiata veloce quando ci viene dato un resto, potremmo ritrovarci con della “carta straccia”.