Licenziamento in diretta: la nuova moda che sta spopolando tra i ragazzi

Il disagio del mondo del lavoro messo a nudo. Così le giovani generazioni combattono ambienti lavorativi tossici, nel sostegno dei propri followers.

Parliamo del mondo del lavoro e parliamo di generazioni giovani. Questi due temi, insieme, hanno sempre portato la retorica dialogica verso i soliti stereotipi: non vogliono lavorare, non hanno voglia di sporcarsi le mani, non vogliono fare sacrifici. Ma qual è la verità? 

Video virali di licenziamenti, perché e come nascono
Ambiente di lavoro (Canva) – Bonificobancario.it

Esistono giovani che, però, non vogliono più stare in queste dinamiche di lavori stressanti, oltre orari, spesso sotto pagati o pagati in nero. Ma le giovani generazioni non scendono (solo) in piazza, ma parlano anche attraverso i social e la condivisione di esperienza. Parte tutto dal 2021 quando iniziano a girare dei video virali di ragazzi che decidono di abbandonare il loro lavoro nel mezzo del turno lavorativo.

Dai video del 2021 a Christina Zumbo, l’evoluzione della condivisione

Il punto cardine di questo tipo di attività lo vediamo a settembre del 2022, quando la giovane Christina Zumbo, impiegata del governo australiano, decide di filmarsi durante la fatidica chiamata del suo responsabile dopo aver inviato la mail di licenziamento. Parla di ambiente di lavoro negativo, tossico, parla di totale disinteresse verso la salute mentale dei suoi dipendenti.
ho deciso di condividere questo viaggio online perché non se ne parla abbastanza” ha dichiarato.

Nuovi video virali, i giovani si licenziano
Salute mentale (Canva) – Bonificobancario.it

Come lei tanti hanno seguite le sue orme, tra cui anche Marisa Jo Mayes che racconta “Ero completamente infelice. Non riuscivo a pensare a nient’altro al di fuori del lavoro e stavo lottando con problemi di salute indotti dallo stress” chiamando, così, il suo responsabile e dando la notizia mentre si filmava in un video di 30 secondi.

Esempi di giovani che hanno condiviso anche per non sentirsi del tutto soli, nella ricerca di un sostegno nei social. Molte le spiegazioni che si possono identificare, come molte le critiche di questi gesti. La terapista e coach Tess Brigham spiega come, secondo lei, sia normale che una generazione di nativi digitali sia abituata a condividere tramite internet, arrivando a condividere anche in questi momenti più significativi delle loro vite.

Forse, conclude, vedere i propri genitori combattere un crollo economico come quello del 2008 ha indotto le giovani generazioni a dare priorità alla salute mentale piuttosto che al benessere economico.

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