Volano i numeri del Superbonus 110. Dalla nascita del Governo Meloni ad oggi una impennata senza precedenti. I numeri ufficiali di ENEA
Dati ragguardevoli quelli del Superbonus 110 per il periodo in cui il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è salita a Palazzo Chigi. Quasi il 20% in più delle richieste per timore di perdere i fondi.Vediamo i dettagli. Partiamo dai numeri, superati i 77 miliardi di euro con le cifre astronomiche della misura edilizia voluta dal Governo Conte bis.
Questa, manovre serviva a permettere all’economia italiana, di rilanciare il settore edilizio, gravemente provata dalla pandemia globale nata con l’arrivo del virus Sars Cov-2, altrimenti noto come Covid-19. Questo settore permette a migliaia di famiglie in tutta Italia di avere delle entrate reali ed in grado di dare loro una stabilità. La cifra riportata è quella dell’ultimo aggiornamento, datato 31 maggio 2023, effettuato da Enea, l’agenzia governativa che normalmente si fa carico di gestire questo genere di pratiche.
Il dato di Enea porta direttamente l’investimento dello stato a 84,6 miliardi, quasi tre volte quello considerato nella prima legge di bilancio dell’attuale Governo Meloni. E parlando di Governo Meloni, proprio in concomitanza con la sua partenza le richieste di accesso al Bonus 110% hanno subito una vertiginosa impennata.
Superbonus 110: i costi reali
Badate bene, non stiamo dicendo che sia una conseguenza diretta alla sua elezione, ma durante la sua campagna elettorale la leader di Fratelli d’Italia aveva promosso con passione la possibilità di rivedere il progetto. In conseguenza sono stati autorizzati una serie di lavori paria circa 8,2 miliardi, solo nel mese di settembre 2022.
Ovvero la cifra più alta riscontrata dall’introduzione di questa misura, risalente ai governi precedenti. Molti contribuenti, temendo una stretta sui fondi del Bonus 110% probabilmente si saranno affrettati a consegnare nelle mani della burocrazia italiana, i dovuti documenti, necessaria ad avviare i progetti che avevano in programma. La grandissima parte delle operazioni edilizie, autorizzate durante il periodo che coincideva con la campagna elettorale, comprendeva non condomini o palazzine, ma abitazioni autonome.
Sono state più di 44 mila le istanze arrivate lo scorso settembre. Circa il 18,9% delle richieste totali. In parole povere, un quinto delle richieste totali è arrivato proprio nel periodo in cui, chi stava per andare al governo, si preparava a modificare la normativa riguardante questo bonus specifico.