Si fa molto parlare di fringe benefit, la soluzione che il Governo Meloni sta vagliando per aumentare la busta paga degli italiani
Aumento di stipendio per molti lavoratori, la possibilità è concreta, la proposta è stata avanzata, ora deve essere valutata nell’arco dell’attuale legislatura. Altroconsumo ha fatto partire la petizione, ora è tutto nelle mani del Governo Meloni. Circa 3 milioni di lavoratori, se la proposta andasse in porto, potrebbero vedere un reale aumento della busta paga.
La situazione reale e critica. L’Italia, come l’Europa, sta da tempo riscontrando un vertiginoso aumento dei prezzi di tutti i beni di prima necessita, senza però vedere un aumento pari anche nelle buste paga dei lavoratori. Questo squilibrio ha determinato e sta ancora determinando una pesante crisi del mercato.
E sappiamo tutti cosa significa, aumentano i prezzi ma non aumentano le entrate dei contribuenti. Di conseguenza vengono effettuati meno acquisti e finisci con una scalata alla vetta dell’inflazione. È quindi evidente la necessità di prendere provvedimenti, misure serie volte risolvere o quantomeno a ristabilire una parità. Ma qual è la soluzione che Altroconsumo ci ha proposto?
Mettere i buoni pasto direttamente nella busta paga dei dipendenti che li percepiscono. Sono i cosiddetti fringe benefit, un valore fondamentale per i lavoratori. Si parla appunto di più di 3,2 milioni di lavoratori italiani, un numero non indifferente. Molti commercianti però non accettano di essere pagati con i buoni pasto.
Il motivo? Le commissioni d’incasso troppo elevate. Questa, infatti, si aggirano tra il 10% e il 20%. Significa che per un carrello dal valore di 20 euro, il commerciante vedrà un’entrata di 18 o di 16 euro, questo in base alla percentuale applicata. Recentemente c’è anche stato uno sciopero dei commercianti proprio su questo tema dei buoni pasto.
È per questo che si sta riflettendo sul loro versamento diretto in busta paga, per non rendere questi mezzi inutili. Continuando per questa via i lavoratori avranno sempre più difficoltà a trovare esercizi commerciali favorevoli ad accettare i loro buoni pasto. Caricare l’importo del valore dei buoni pasto direttamente nelle buste paga dei contribuenti che la percepiscono potrebbe rivelarsi una soluzione funzionale. A patto che questa somma aggiuntiva resti esente da tassazione, contrariamente il beneficio non sarebbe reale.