Uno dei temi più controversi in sede di Unione Europea, l’obsolescenza programmata degli elettrodomestici, giunge ad una svolta
La guerra (virtuale) dell’Unione Europea all’obsolescenza programmata è ormai una realtà. Si sa, ormai sono mesi che la Commissione Europea ha iniziato a varcare un sentiero sempre più green e interessato all’ambiente e al suo futuro. Scopriamo assieme come. La protezione delle nostre terre sta diventando, giustamente, un problema della massima priorità. Basti pensare a quanto accaduto in Emilia Romagna di recente.
Non è una sorpresa che prendere degne misure precauzionali stia diventando un urgenza. Abbiamo indebolito il territorio che ci proteggeva con la nostra fame di consumo e di tecnologia. L’ambiente ci sta però rispondendo con tutte le forze di cui è capace e noi non siamo assolutamente pronti. Possiamo solo contenere i danni.
Una delle più recenti affermazione in materia verde, dell’Unione Europea ha avuto come soggetto l’obsolescenza anticipata, o programmata, dei prodotti tecnologici che vengono esportati in tutta Europa. Cambiare telefoni, computer, lavastoviglie, lavatrici, asciugatrici, frigoriferi e chi più ne ha più ne metta, quando non ce ne è realmente bisogno, risulta essere un grande danno per i nostri territori.
Questo genere di rifiuti è infatti considerato rifiuto speciale e quindi richiede uno smaltimento particolare. L’intero processo risulta infine essere quindi estremamente inquinante. Ancora di più quando non assolutamente necessario. I prodotti tecnologici in vendita oggi infatti, si rompono si in tempi brevi, ma questi prodotti non si rompono perché esausti, perdono le loro funzioni perché strutturati per non durare più di un determinato periodo.
L’Unione Europea invita i suoi cittadini a fare scelte che privilegiano la qualità, scelte che a lungo andare si ripagheranno da sole. Ed in aggiunta invita anche le fabbriche a produrre prodotto più duraturi. Avviare un processo utile di dare e avere reciproco tra domanda ed offerta. Il tutto con lo scopo di limitare il consumo di questi prodotti inquinanti.
Allungando loro la vita non sarà necessario fare cambi annuali su tutta la categoria. La speranza ora è che questo appello funzioni e che le manovre mate per metterlo realmente in atto subiscano i risultati sperati