L’Inflazione è la zavorra alla ripresa economica, per gli effetti diretti sul potere di acquisto e per gli effetti collaterali non previsti
Dalla metà del 2022 l’inflazione è tornata prepotentemente al centro della scena politica ed economica. Tanti i modi in cui incide negativamente, dal ridotto potere di acquisto all’aumento indiscriminato dei prezzo. Passo per tutta una serie di effetti collaterali con cui incide negativamente sulla nostra economia.
Uno dei meno seguiti è in ordine ai ritardi dei pagamenti. Vediamo quali sono i settori più colpiti. Questi in Italia, al momento, si caratterizzano per una pessima tendenza negativa. È stato infatti registrato un aumento dei ritardi pari al 9,5% nel primo trimestre dell’anno, rispetto ai numeri calcolati nel 2022.
Questi dati emergono dallo studio effettuato dall’Osservatorio sui pagamenti in associazione con il Credit Management in Italia. Dato che il 40,9% dei casi siano arrivati alla scadenza nella consegna dei pagamenti. In questo caso la nostra economia si allontana nettamente dagli altri colossi europei. Oggi siamo infatti 19esimi quando si parla di puntualità. Aumentano anche i ritardi gravi oltre i 30 giorni.
Alcuni settori mostrano maggiore sofferenza, tra questi i trasporti che sono tra i numeri più alti da questi punti di vista. Sono diversi i comparti che, passata la pandemia, non sono ancora riusciti a tornare ai livelli precedenti al coronavirus covid-19. Tra queste sono presenti le industrie chimiche e le industri della ceramica. C’è stato invece un incremento per le industrie della distribuzione organizzata e per il ramo Energia e Telecomunicazioni.
Territorialmente parlando, la parte Nord-Est del nostro stivale è quella economicamente più affidabile nell’area dei pagamenti. La loro regolarità arriva quasi al 50%. Le imprese del sud tendono purtroppo a scendere in graduatoria. Il ramo dei trasporti abbiamo visto, è uno di quelli più colpiti, per ovvie ragioni. Gli spostamenti sono stati regolati per una grande periodo e molti.
Soprattutto nel periodo dei green pass, tendevano ad evitare scelte come treni e trasporti pubblici cittadini. Oggi la situazione è certamente diversa, ma i numeri che si sono registrati nell’ultimo triennio hanno certamente impattato in maniera importate sull’economia attuale di questo settore