Sta facendo molto rumore, e molta polemica politica, il giro di nomine in RAI e le conseguenti dimissioni di Lucia Annunziata, che impatto ha tutto questo sul canone e sul servizio? Vediamolo insieme
Rai, amore e odio degli italiani, croce e delizia dei telespettatori. RAI che con il giro di nomine voluto dal Governo guidato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni torna al centro del dibattito politico. E con esso la classica e ricorrente frase: “E il canone?”. Partiamo da un dato di realtà molti consumatori negli ultimi anni hanno gradualmente abbandonato l’utilizzo della televisione.
I giovani soprattutto sono migrati su schermi più ridotti e maneggevoli, l’importante è che abbiano accesso ad Internet. Se molti quindi in Italia non utilizzano effettivamente i canali Rai o in maniera più ampia, direttamente la televisione, che senso ha pagare il canone? C’è un modo per sfuggire a questa imposta obbligatoria? Facciamo chiarezza.
Cominciamo con il dire che il canone Rai è stato introdotto nel lontano 1976, in modo da finanziare la televisione pubblica. Negli ultimi hanno è stato deciso di allegare il pagamento direttamente all’interno della bolletta della luce. Un’imposta che, come tutti, sappiamo è difficile da evitare se si vuole continuare a vedere in casa. Ma ripetiamo, negli ultimi anni si è avviata una tendenza che sta spingendo i televisori fuori dalle case.
Canone RAI, gli effetti pratici delle nomine
Ad esempio, le nuove generazioni che abbandona il nido della famiglia d’origine per migrare verso nuovi e sereni orizzonti, raramente possiedono un televisore nelle loro nuove abitazioni. Ma questa è una buona notizia, se non si ha la voglia di pagare il canone Rai per un servizio che essenzialmente non possono poi sfruttare. Infatti, il non essere in possesso di un televisore, risulta essere anche l’unico requisito necessari per poter richiedere l’esenzione da questa tassa.
Basterà compilare un’autocertificazione che attesti questa situazione, reperibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, ma attenzione a non fare una dichiarazione falsa, questo risulterebbe essere un illecito e avrebbe delle reali conseguenze. L’unica altra categoria che può richiedere l’esenzione è quella degli over 75 con un ISEE inferiore a 8000 euro.
Viste tutte le situazioni possibili, ricordiamo che la domanda di esenzione va mandata entro e non oltre il 31 gennaio 2023. Altrimenti si pagherebbero i primi 6 mesi dell’anno successivo. Fate quindi attenzione a tutte le situazioni e prendete una decisione in conseguenza a tutto.