I disastri naturali non possono essere preventivati ma si possono ridurre i danni come nel caso dell’alluvione in Emilia Romagna. Ecco come
Dopo il disastro ambientale verificatosi in Emilia Romagna nei giorni scorsi è un concerto di opinioni e di accuse con diversi capri espiatori. E così c’è chi accusa le amministrazioni locali, chi accusa le industrie, chi perfino gli ambientalisti. Sono emerse spiegazioni assurde della fake news sulla diga di Ridracoli al ruolo delle nutrie passando per un più realistico dissesto idrogeologico dovuto ad un consumo di suolo fuori controllo.
E il soggetto da analizzare alla fine è forse uno ed un solo solo, il ruolo dell’uomo nel cambiamento climatico. Ma la domanda che si fanno in molti, a disastro avvenuto, è davvero possibile prevenire i dissesti idrogeologici?
Prevenire i disastri ambientali significa in primo luogo mappare il territorio, capire dove sono le possibili criticità e possibili disastri ecologici e poi, operativamente, curare i greti dei fiumi. Attività che in Italia non viene fatta dalla maggioranza dei Comuni, dati ufficiali del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, la struttura che riunisce l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ISPRA e tutte le agenzie regionali e provinciali in cui è diviso il Paese. Rimanendo così a fortissimo rischio
Ma come detto, il dissesto idrogeologico si può davvero prevenire? Solo rispondendo a questo domanda possiamo spiegarci cosa sta succedendo ai nostri territori e trovare soluzioni utili al nostro futuro. Analizzando le zone colpite notiamo che l’Emilia ha contenuto sicuramente meglio i danni rispetto al territorio della Romagna e questo grazie alle cosiddette casse di espansione di cui è dotato il territorio emiliano.
Ma cosa sono le casse di espansione? Sono delle dighe che possono contenere i fiumi proprio nell’eventualità di alluvioni proprio come è successo in Emilia. In Romagna non sono presenti per la diversità del territorio. Forse tutti i comuni italiani attraversati da fiumi, da una statistica ISPRA il 94%, dovrebbero investire in queste infrastrutture.
Ma qui entra in ballo l’atavica assenza della manutenzione nel territorio italiano e soprattutto l’assenza di una cabina di regia centrale che posso fornire fondi ed armonizzare gli investimenti. Una cabina che in realtà esisteva, si chiamava Italia Sicura ma il Governo Conte-Salvini, il governo gialloverde l’ha smantellata. Ed ora ne paghiamo le conseguenze.