Sono giorni ed ore drammatica in Emilia Romagna dove per effetto dei cambiamenti climatici si assiste ad un alluvione di dimensioni imponenti
Il termine eco-ansia sta iniziando, solo di recente, a diffondersi sul web e nel linguaggio comune. Ma forse è davvero il caso che tutti inizino a familiarizzare con esso. Con eco-ansia si intende, come facilmente intuibile, uno stato d’ansia indotto dal cambiamento climatico e dalle conseguenti prospettive.
Certo molti ancora non credono nel “cambiamento climatico”, alcuni si stagliano perfino nel negazionismo climatico. Ma in fondo se pensiamo che molti credono che la Terra sia piatta non c’è troppo da stupirsi. L’uomo è giustamente scettico per natura. Ed in un’attualità come la nostra, dove tutte le immagini e le storie possono essere reali come possono essere finte, nulla rischia di essere certo. O giù di li.
Nel complesso quegli scettici che non credono a nulla, fanno bene a tenere questo rigore alla San Tommaso. Viviamo in una società dove le prove devono essere concrete. Ecco, quindi, dove la storia dovrebbe iniziare a cambiare. Al momento per il cambiamento climatico, abbiamo delle prove concrete. Estremamente concrete, proprio nel nostro confine nazionale.
Alluvione Emilia Romagna, i dati del riscaldamento globale
Possiamo girarci quando le catastrofi accadono lontane, ma quando le abbiamo direttamente in casa allora diventa difficile. Le previsioni dell’Organizzazione Metereologica mondiale dicono che abbiamo uno spaventoso 66% di possibilità di superare la soglia di aumento della temperatura di circa 1,5° entro il 2027.
Sapete cosa significa? Che la temperatura, già calda, aumenterà. E questo, parlando terra terra, porterà ancora più problemi di quelli che viviamo in questi drammatici giorni in Emilia Romagna. Gli scettici potranno non credere se non vedono, ma come la mettiamo allora quando sarà direttamente il loro corpo a subire le conseguenze di questo scetticismo?
Sarebbe molto più utile cercare, qui e ora, fare un fronte comune come società nel suo insieme e cercare di ridurre gli impatti anche nel nostro piccolo. Non fosse per spirito di comunità fosse anche per può e semplice egoismo. Perché le conseguenze saranno su di noi. Direttamente. Sulla nostra salute e su quella dei nostri cari, sula sicurezza alimentare, sulla semplice gestione delle risorse idriche. Con il tempo non sarà il non riuscire a lavare l’auto il problema e neanche non avere l’acqua per riempire la piscina. Sarà molto peggio ed è davvero un disastro annunciato