I dati dell’occupazione, anche se spesso precaria, sono in crescita: ecco le migliori offerte di lavoro del momento in rapporto orario e paga
Negli ultimi due anni è salito il prezzo di ogni bene e servizio. Sono saliti i prezzi dei carburanti, sono saliti i prezzi sugli scaffali dei supermercati, sono saliti i prezzi di luce, acqua e gas in bolletta. Ma, per quanto possa far riflettere, una cosa che continua a rimanere tristemente stabile, è lo stipendio che viene pagato ai lavoratori dipedenti.
Difficilmente negli ultimi mesi, infatti, avrete trovato grandi differenze in busta paga, eppure il carovita è salito e anche di molto. Sono sempre di più le persone che cercano il secondo, ma anche il terzo lavoro, per poter riuscire a tirare avanti in questi tempi di crisi economica. Una crisi che era evidente che sarebbe arrivata ma che comunque non siamo riusciti ad anticipare e a parare. I soldi sono sempre pochi e, apparentemente, i lavori non si trovano.
Ma la realtà è ben diversa. La verità è che i lavori ci sono e sono anche tanti. Ad esempio, è in arrivo la stagione estiva, il settore della ristorazione non attende altro. C’è grande bisogno di mano d’opera. Esperta o no, preferibilmente giovane e volenterosa. Disposta a mettersi in gioco e a fare piccoli sacrifici per mettere da parte esperienza per il futuro.
Questo è quello che centinaia di ristoratori pongono all’attenzione dei giovani che hanno voglia di lavorare in Italia. Sono ben 83.000 i posti mancanti che però continuano a non trovare una figura fissa. Molti si ostinano a pensare che i giovani, che continuano a rifiutare questi lavori siano pigri e che non abbiano voglia di lavorare.
Ma la situazione non è più quella di 30 anni fa. Basti vedere anche semplicemente e prospettive future. I ristoratori nella stragrande maggioranza dei casi non offrono un ruolo fisso nel locale e spesso danno paghe basse per gli stessi turni che anni fa avrebbero pagato molto di più.
Ma non solo. Secondo i dati emersi da una ricerca recente di Unioncamere c’è grande disponibilità anche per gli addetti alle pulizie, secondo la ricerca ne occorrono 43000 e nel commercio al dettaglio, dove il buco è di 37.000. Il tema rimane intonso. Perché questi settori hanno crisi del personale? Perché i giovani dovrebbero affrontare turni a pieno regime, con compensi che non raggiungono neanche la metà di quello che riceverebbero all’estero? Ai posteri l’ardua sentenza