Una recente ricerca del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri segnala scelte a macchia di leopardo per il Bonus Casa
Bonus edilizi e Bonus casa, parliamo degli sconti in fattura e di tutta quella serie di lacci e lacciuoli che in maniera più o meno surrettizia ne condizionano il funzionamento. Cominciamo con il dire che nel mese di marzo dell’anno 2023, il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, con lo scopo di quantificare il ricorso allo strumento, ha condotto un’indagine.
Questa indagine aveva lo scopo precipuo di vedere a quanto corrispondere, effettivamente, lo sconto in fattura con l’utilizzo del Superbonus 110%, nelle varie fasce di azione e di reddito. E di come il Bonus stesso si mescola con i bonus ordinari. Tutto ciò con uno spettro di azione riferito agli investimenti fatti nel biennio 2021-22.
All’indagine hanno preso parte più di 4 mila ingegneri iscritti all’Albo professionale. 4321 per la precisione. Sia tra quelli che esercitano la propria professione in via esclusiva che comprendendo quelli che sono sia liberi professionisti che lavoratori dipendenti. Ad un primo controllo risulta che, ad aver preso parte a lavorai che prevedevano l’utilizzo del Superbonus 110%, sono tati circa il 64%.
Bonus Casa, la scelta degli ingegneri
Quelli che invece hanno preso parte a lavori che utilizzavano il sussidio di altri Bonus statali, sono stati circa il 55%. Il secondo dato emerso dall’analisi compiuta dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri attraverso i propri associati è stato quello della riscossione dei compensi. La maggior parte dei professionisti, infatti, sempre secondo la ricerca, avrebbe richiesto il proprio compenso, direttamente presso il committente attraverso la liquidazione in fattura.
Lo sconto in fattura certo non è mancato, ma i numeri sono decisamente inferiori, rispetto a quelli della liquidazione. Soprattutto se si tiene conto del grande numero di cantieri che sono stati aperti e quindi di lavori effettuati. Guardando i numeri, gli ingegneri che hanno fatto ricorso dello sconto in fattura sono stati circa il 37% dei totali.
Di questo 37%, quello a d aver utilizzato sempre questa modalità è stato poi solo il 12%. Il 25% lo ha invece alternato al pagamento diretto con il committente. Il “restante” 63% afferma di non aver mai sperimentato lo sconto in fattura, perché ritenuto complicato o non conveniente.