Dal 1 aprile è iniziata ufficialmente la campagna 2023 per la dichiarazione dei redditi. Ecco alcuni consigli pratici per sostenerla in maniera adeguata
Con la consegna della Certificazione Unica ha preso il via la campagna per la dichiarazione dei redditi per l’anno 2023, esercizio fiscale 2022. E con essa si mettono in moto tutta una serie di obblighi. Uno dei quali è sempre poco considerato, l’obbligo di conservazione. Ovvero tenere sempre una copia della dichiarazione dei redditi che presentate ogni anno all’Agenzia delle Entrate.
Il fisco è pignolo e le leggi sono generalmente a suo favore. Fate sempre una copia di tutti di tutti vostri documenti ufficiali, soprattutto se sono a sfondo economico. Anche se questa è stata compilata e consegnata a chi di dovere da un commercialista. Il contribuente è tenuto a presentare di anno in anno la propria dichiarazione dei redditi e, secondo la legge, deve anche essere successivamente in grado di darne all’occorrenza prova.
Ricordate che la data ultima per consegnarla è il 30 settembre, 30 novembre nel caso delle partite IVA. Certo quest’anno il 30 settembre cade di sabato, quindi slitterà direttamente al 2 ottobre, avrete quindi più tempo per portare a termine tutte le formalità, fotocopia inclusa.
Vi portiamo, come priva di ciò che è stato comunicato dall’articolo che state leggendo, una sentenza ufficiale della corte di cassazione. La numero 25530 del 6 luglio 2021. Il protagonista di questa disavventura è stato un imprenditore che si era fornito di un commercialista per completare la burocrazia in ambito economico.
È stato accusato di aver evaso il fisco non presentando la dichiarazione dei redditi a chi di dovere. E visto che, in conseguenza all’accusa, non ha avuto modo di dare prova fisica del fatto che era stato tutto regolarmente presentato, è stato considerato colpevole. La pena quella di consegnare la dichiarazione e pagare la mora. Ma fermi, nel caso in cui vi foste mossi tramite commercialista, non avreste solo il dovere di conservare una copia della dichiarazione dei redditi.
Dovreste anche accettarvi che il commercialista assolva alle funzioni per cui viene pagato correttamente e secondo i tempo previsti dalla legge, in caso contrario, tutte le conseguenze, come ha avuto modo di sperimentare il protagonista della sentenza, ricadrebbero su di voi