La Crisi Bancaria nata nella Silicon Valley ed approdata in Svizzera, con tappa in Germania, non fa dormire sonno tranquilli ai correntisti
Negli ultimi mesi si è molto parlato dei rischi per i contribuenti ed i consumatori che affidano i loro risparmi alle banche. Grandi colossi che, come il Titanic, erano ritenute inaffondabili infatti, hanno ceduto al peso della crisi, implodendo su sé stesse. E tutto in aggiunta, nel giro di poche ore.
Sono noti i casi della Silicon Valley Bank e del Credit Suisse ma sono decine le banche in sofferenza compreso il colosso tedesco Deutsche Bank. I risparmiatori di tutto il mondo sono corsi ai ripari una volta sentito di queste crisi. Milioni in valute varie sono stati prelevati dalle banche internazionali. Ed è normale, chi affida i propri risparmi di una vita ad una banca lo fa con il desiderio di trovare loro un luogo sicuro. Non di metterli a rischio.
Il problema è che questo genere di flussi grava ancor di più sulle spalle delle economie mondiali. Rischiando così di aumentare i rischi che i contribuenti temevano di subire lasciando i loro soldi nei conti bancari.
L’Unione Europea, in risposta a questo panico comune porta una proposta di riforma. Lo scopo primo quello di aiutare le banche a non cedere e permettere ai loro clienti, notti serene. Bruxelles, in questa nuova riforma, punterebbe quindi a limitare le crisi delle banche. Tecnicamente il tutto avverrebbe attraverso la riduzione dell’utilizzo dei fondi pubblici. Limitare quindi il rischio per i correntisti. Evitare gli interventi che utilizzano il denaro pubblico dove possibile.
E, inoltre al testo sono state aggiunte anche una serie di possibili soluzioni a limitare il collasso di una banca ed il possibile contagio economico di u altra, rafforzando in fine le regole riservate alla protezione specifica dei depositi bancari.
La proposta in parole povere vede in un esempio immaginario una situazione dove è l’autorità nazionale direttamente a favorire l’uscita dal mercato di una banca in dissesto finanziario. In fine, i depositi della banca che esce dal mercato, nella teoria, verrebbero direttamente presi e spostati sui conti di una banca sana ed in grado di garantirne la durata.