Il Parlamento dell’Unione Europea ha da poco approvato una direttiva interessante e che merita di essere resa nota, riguarda le offerte di lavoro e i nuovi obblighi connessi. Ecco di cosa si tratta
Interesserà a molti e se non a voi direttamente sicuramente a qualcuno a voi più o meno strettamente legato. Questa direttiva chiede la trasparenza salariale già a partire dall’annuncio per il posto di lavoro. Ma cosa vuol dire?
Il datore di lavoro, secondo questa nuova direttiva emanata dall’Unione Europea, sarebbe obbligato a dichiarare direttamente al candidato per il posto di lavoro, la somma che corrisponderebbe, in caso di assunzione, allo stipendio mensile del futuro dipendente. Centinaia di giovani tutti i giorni si trovano alle prese con lavori senza prospettiva, magari a contratto determinato, dubbiosi sul futuro che potrebbe attendere loro.
Questa direttiva non risolverà la questione, ma è certamente un’importante se pur piccolo passo in avanti, verso la giustizia lavorativa. Anche solo sapere a quanto ammonterebbe un eventuale stipendio fa la differenza. Considerando poi che spesso gli stipendi hanno un netto squilibrio se proiettati sul monte ore previsto o anche sul carico di lavoro richiesto.
Offerte di lavoro, la nuova direttiva dell’Unione Europea
Molti giovani in cerca di lavoro in questo periodo storico stanno prendendo la decisione di non svalutarsi e di seguire il lavoro in base alle reali competenze che si hanno. Il problema dell’Italia ormai non è solo che “non c’è lavoro”.
Il lavoro c’è, il suo problema è che sta venendo incredibilmente svalutato. Chiarire fin da subito quanto valore da un’azienda al lavoro dei propri dipendenti, potrebbe rivelarsi una mossa fondamentale verso un futuro dove il lavoro ha il valore che merita. Il momento in cui i giovani potevano accontentarsi aveva un senso anni fa, quando le prospettive erano migliori.
Quando anche senza titoli specifici il lavoro si trovava, quando era ancora possibile garantire una stabilità economica a sé stessi o ai propri cari. Oggi l’Italia sta registrando i tassi di natalità più bassi in oltre cento anni. E la svalutazione del lavoro ne è una delle cause principali