Partita Iva forfettaria al 5%, novità nel 2023 per i limiti ma potrebbero cambiare anche le regole con le indennità di malattia
La Riforma del fisco 2023 apporta modifiche alla Partita Iva. Una prima novità la Legge di Bilancio ora in vigore che alza la sogna per rientrare in questo regime da 65mila a 85mila euro l’anno.
Ciò ha aiutato chi era in procinto di superare il limite, facendo in modo di non entrare nel regime ordinario dove oltre ai compensi aumentano anche le tasse.
Vediamo come cambiano le regole per i professionisti forfettari. Chi avvia una attività, da lavoratore autonomo, impresa, ditta o società in start-up, per i primi cinque anni può aderire al regime forfettario con aliquota al 5%, se il guadagno è di massimo 85mila euro. La percentuale indicata è pari alle tasse che si pagano sul guadagno.
Dopo i primi cinque anni si resta nel regime forfettario ma aumenta l’aliquota, non più al 5% ma al 15%. Si entra nel regime ordinario solo se si superano gli 85mila euro.
Per aderire alla Partita Iva forfettaria al 5% bisogna, oltre che rispettare i limiti dei ricavi, essere residente in Italia o produrre almeno il 75% del reddito in Italia. È anche indispensabile non partecipare a società di persone, associazioni professionali, SRL trasparenti contemporaneamente all’esercizio dell’attività.
Inoltre non bisogna cedere fabbricati, terreni edificabili o mezzi di trasporto nuovi e non fatturare in prevalenza per datori di lavoro con cui sono in corso rapporti di lavoro o ci sono stati nei due anni precedenti. Accesso previsto anche per chi nei tre anni precedenti ha lavorato con prestazioni occasionali.
Nella nuova riforma del fisco si vuole alzare ulteriormente la soglia che porta nell’ordinario, passando dagli attuali 85mila euro a 100mila euro.
Ulteriori novità per i forfettari potrebbero arrivare nel corso del mese di aprile e riguardano indennità e malattia: regole ricalcate da quelle previste per i dipendenti.
Sarebbe una svolta importante perché soprattutto per le malattie, i liberi professionisti non hanno alcun tipo di copertura. Estendere dei diritti quando per causa di forza maggiore non si può svolgere la propria opera, migliorerebbe le condizioni di lavoro. Non è escluso neanche qualche tipo di indennità di disoccupazione.