Il Governo guidato da Giorgia Meloni ha avocato a se una serie di decisioni in materia fiscale, le principali riguardano i pignoramenti
In questa complessa fase politica il Governo guidato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta apportando diverse modifiche su varie questioni economiche che affliggono il Paese. Lo scopo è velocizzarne l’azione della burocrazia, facilitarne le operazioni ed i movimenti economici. Una di queste migliorie è la nuova Legge delega sulla riforma del Fisco.
Nulla di nuovo, questi settori di lavoro sono in continuo aggiornamento a prescindere dal governo presente. In questo caso però viene fatta particolare attenzione ai pignoramenti e alle norme che li regolano. Negli anni questa modalità di recupero credito si è rivelato innumerevoli volte inefficiente, impedendo quindi, a chi di dovere, di recuperare i crediti e rimetterli nelle tasche dello Stato.
La nuova legge delega andrà a modificare in parte le decisioni che possono prendere in autonomia gli agenti di riscossione del credito, una stretta dei pagamenti e una possibile diminuzione dei tempi di riscossione del suddetto credito.
Certo non potranno realmente cambiare le entità dei pignoramenti che possono essere sottoposti ai cittadini in credito. Questi si basano su assegni sociali non discutibili che al momento hanno il valore di 503,27 euro. In pratica ad un individuo non può essere pignorata la parte economica necessaria a vivere.
Chiamiamolo un minimo vitale impignorabile che si aggira attorno ai 1000 euro mensili. Lo stipendio si può dunque pignorare, stessa storia la pensione, ma non in una quantità superiore a quella prevista dalla legge. Ad oggi le procedure necessarie per i pignoramenti sono talmente lente da far arrivare le cartelle al punto di essere mandate in prescrizione. Situazioni simili danneggiano lo stato, che non rientra un possesso di numeri che con procedure più fluide sarebbero garantiti.
È anche vero però che in questo periodo storico i numeri dei pignoramenti e dei debitori sono in continua crescita a causa della fragile economia che si è abbattuta sui cittadini. Quindi queste procedure più semplici potrebbero comunque rivelarsi quantomeno inefficaci. La loro entrata in vigore è prevista per settembre 2023, massimo gennaio 2024