Il decreto bollette del governo proroga le agevolazioni già esistenti e prevede un nuovo contributo ma solo a certe condizioni
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a un decreto-legge che riguarda ancora l’energia, un grosso problema per famiglie e imprese in questo periodo di alta inflazione. L’obiettivo è contenere i costi dell’energia come fatto in precedenza ma introducendo anche nuove misure.
Il periodo di applicazione sarà al secondo trimestre del 2023, dunque da aprile a fine giugno. Oggi l’agevolazione è prevista per i nuclei familiari che hanno un Isee di massimo 15mila euro (circa 4 milioni e mezzo di persone) e per chi ha problemi di salute ed è obbligato a usare strumenti elettromedicali per la sopravvivenza.
Prorogato fino a fine giugno anche la riduzione dell’Iva sul gas al 5% rispetto al precedete 10%: ciò verrà applicato – e questa è una delle novità – anche al teleriscaldamento: sono sistemi che funzionano con la distribuzione di acqua calda o vapore attraverso tubature.
Nel trimestre in questione continueranno ad essere azzerati i cosiddetti oneri di sistema sul gas, mentre torneranno quelli sull’energia elettrica.
Decreto bollette, la novità
Nuovo contributo per le famiglie sull’energia elettrica per l’ultimo trimestre nell’anno, da ottobre a dicembre 2023 (quando con il freddo e l’ora solare si consuma di più) ma a una condizione.
L’agevolazione sarà attuata solo se la media dei prezzi giornalieri del gas naturale sul mercato all’ingrosso supererà una certa soglia stabilita dal governo. Il contributo arriverà direttamente nella bolletta della luce con differenziazioni in base alle zone climatiche in cui è suddiviso il nostro Paese.
Per quanto riguarda le imprese anche per esse ci sono delle proroghe. C’è il contributo straordinario per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale erogato attraverso un credito d’imposta ma i criteri dell’accesso sono più stringenti. Riguarderà le attività che nel primo trimestre del 2023 hanno avuto ricevuto bollette con fatture superiore di almeno il 30% rispetto ai primi tre mesi del del 2019.
Il payback degli enti locali
I fondi stanziati dal decreto è di 4,9 miliardi di euro di cui 1,1 miliardi di euro per Regioni e Province autonome. Il fine è liminare l’impatto del payback. Il payback è il meccanismo in base al quale questi enti locali possono fare richieste, alle aziende che producono dispositivi medici, di un rimborso per compensare i propri eccessi di spesa sanitaria. Alle Regioni infatti vengono imposti dei limiti di spesa da parte dello Stato ma il sistema non era stato attuato fino all’estate 2022.