Alla prestazione occasionale si ricorre per lavori svolti in assenza di un contratto di assunzione: costi e compensi
Non è poco diffuso che una famiglia abbia bisogno di qualcuno che faccia un lavoretto, ad esempio potare le piante del giardino o dare assistenza agli anziani e minori. Per evitare il pagamento a nero, si ricorre alle prestazioni occasionali.
Non tutte però sono uguali. Quelle effettuate per un’azienda o per un professionista presuppongono un apposito contratto di lavoro. Se si tratta di ambito familiare si richiede il Libretto famiglia, anche se probabilmente, le prime sono quelle più comuni.
La prestazione occasionale per privati, come funziona? Sia il datore che il lavoratore devono registrarsi presso un’apposita piattaforma dell’Inps. È un aspetto questo molte volte trascurato. La legge è chiara e non bisogna normalizzare la prestazione lavorativa solo perché potrebbe esserci un pagamento in contanti senza controllo.
Se il lavoro viene “scoperto”, oltre alla sanzione amministrativa, può esserci la conversione del rapporto in lavoro a tempo pieno e indeterminato. Dunque sarà un vero e proprio contratto di lavoro con costi maggiori per il datore.
Quali sono le soglie per definire un prestazione occasionale tra privati? Sia per l’utilizzatore (ossia il datore) sia per il prestatore 500 euro percepiti dal secondo, al netto di contributi, premi e costi di gestione, per un massimo di 280 euro in un anno solare.
I rapporti possono anche essere plurimi e il prestatore in questo caso deve rispettare un ulteriore limite pari a 5mila euro l’anno lordi. Oltre la prestazione non è più occasionale, è un lavoro da libero professionista e dunque bisogna aprire una Partita Iva.
Abbiamo accennato che entrambe le figure coinvolte nel rapporto di lavoro devono registrarsi presso l’Inps. L’utilizzatore deve alimentare il proprio portafoglio virtuale: significa che è obbligato a versare attraverso questa piattaforma o con modello F24 le somme relative agli oneri retributivi e assicurativi da sostenere.
I costi quali sono? Le prestazioni che durano fino a un’ora, il netto da pagare è di 8 euro. L’utilizzatore deve coprire anche la contribuzione Inps, pari a 1,65 euro, il premio Inail di 25 centesimi e il finanziamento degli oneri gestionali di 10 centesimi. In totale un’ora costa esattamente 10 euro.
Il prestatore riceve il compenso direttamente dall’Inps entro il giorno 15 del mese successivo alla prestazione. Per chi ha svolto il lavoro il compenso non ha imposta fiscale, non incide sul suo stato di disoccupato (dunque può continuare ad a percepire la Naspi o presentare la domanda) ma sono somme computabili ai fini della determinazione del reddito necessario per il rilascio del permesso di soggiorno.