Truffa dell’sms, una donna che si è affidata a un’associazione di consumatori ha riavuto i propri risparmi
Molte persone vittime dell’sms che avvisa di qualche operazione anomala sul proprio conto, cadono nella trappola perché il messaggio arriva nella chat che il cliente ha con la banca o con Poste.
Questa storia riguarda il secondo ente che ha come protagonista, a proprio discapito, un’insegnante padovana residente a Mogliano, nelle Marche. Il fatto risale a 2018 ma ora, dopo qualche anno, è terminata a lieto fine.
Truffa dell’sms: come l’insegnante ha riavuto i propri risparmi
Come racconta ilgazzettino.it, la donna ricevette il solito messaggio con il quale le finte Poste chiedevano di aggiornare i propri dati, per rispettare una direttiva europea. Per fare ciò bisognava cliccare su un link allegato.
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Lei fece ciò che non va mai fatto in questi casi: seguire le indicazioni del messaggio. Ricordiamo – non è mai abbastanza – che né le Poste né la banca, così come ad esempio l’Inps o l’Agenzia delle Entrate, comunicano in questi modi con gli utenti. Lo fanno solo tramite posta ordinaria.
L’insegnante, F.S., quel giorno fece seguito alla richiesta dell’sms e in poco tempo trovò il proprio conto di 39mila euro svuotato per via di alcune operazioni svolte ma mai autorizzate.
A discolpa dell’insegnate bisogna dire che nel 2018 questo tipo di truffa muoveva i primi passi, non era diffusa come oggi. Adesso per fortuna la donna può sorridere grazie all’Arbitro bancario finanziario (Abf) che ha recepito le richieste della vittima che ha trovato supporto nell’ufficio legale dell’Adipo – Associazione in Difesa dei Consumatori – presieduta da Carlo Garofolini.
Poste ha dovuto così restituire 29mila euro dopo i 10mila già accreditati. Si è arrivato a questo grande risultato perché l’Arbitro ha considerato che nel 2018 la truffa ora diffusissima, all’epoca era praticamente sconosciuta.
Secondo gli avvocati della ricorrente ci sono state anche mancanze da parte di Poste Italiane. L’azienda è accusata di non aver garantito la sicurezza della cliente nella fase in cui il sistema richiedeva le credenziali.
Numeri spaventosi
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Adico ha fatto sapere che sono 371 le persone seguite dall’ufficio legale. Le vittime sono mediamente sei al giorno contando la settimana di sette. Secondo lo studio effettuato, con questo metodo sono stati sottratti circa 1 milione e 700 mila euro, in media 4mila e 600 euro a persona.