Irpef, Flat tax: l’esecutivo ha approvato una legge che vedrà comunque la luce tra molto tempo. Quali sono le novità
Per il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni la riforma fiscale approvata dal suo governo è un rivoluzione. Ma se così dovesse essere, bisognerà attendere. Una rivoluzione lenta, diciamo.
Infatti si tratta di una legge delega complessiva che va a modificare diversi aspetti della fiscalità. È una traccia sulla quale si dovrà lavorare nei prossimi mesi, se non addirittura anni.
Infatti i decreti delegati possono essere approvati anche due anni dopo il via libera del Parlamento. Il governo fin dai primi giorni della sua esistenza (anche prime, in campagna elettorale), aveva fatto propria la battaglia della Flat tax. Parliamo della tassa unica per tutti i lavoratori. Si tratta di rendere uguali le imposte tra chi uguale non è. Mette sullo stesso piano redditi alti e bassi.
Questa per l’esecutivo è la riforma più importante in materia fiscale. In un certo modo, però, un’aliquota unica è già stata creata. La prevede la riforma dell’Irpef, l’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche che interessa la stragrande maggioranza dei cittadini.
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Infatti questo primo passo fa parte del “meccanismo di tassazione del reddito delle persone fisiche, in modo da attuare gradualmente l’obiettivo della ‘equità orizzontale'”, si legge in una nota di Palazzo Chigi.
Le aliquote passano da quattro a tre. Resta immutata la prima (redditi fino a 15mila che hanno un’imposta al 23%) e l’ultima (redditi oltre 50mila euro che pagano il 43%). La modifica riguarda le fasce centrali. C’è infatti l’unificazione tra l’aliquota da 15mila a 28mila euro che era al 25% e quella tra 28mila e 50mila al 35%. La riforma prevede una sola aliquota, equiparando i redditi da 15mila a 50mila che pagheranno tutti il 27%.
Per quanto riguarda l’Ires, invece, l’aliquota verrà ridotta se ci saranno una serie di condizioni. Infatti più assumerà un’azienda e meno pagherà. “Gli utili non siano distribuiti o destinati a finalità estranee all’esercizio dell’attività d’impresa”, si legge ancora nel comunicato.
Modifiche anche sull’Iva con una “razionalizzazione del numero e della misura delle aliquote”. L’esecutivo parla anche di “revisione organica” dell’Irap (Imposta Regionale delle Attività Produttive che riguarda solo i redditi prodotti dalle società di capitali, le società di persone, gli enti commerciali e gli enti del terzo settore.
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Per essa si guarda all’abrogazione del tributo “e alla contestuale istituzione di una sovraimposta Ires tale da assicurare un equivalente gettito fiscale”. Detto in altre parole, se l’Irap scomparirà di nome, nei fatti continuerà a esistere inglobata nell’Ires.