Il 2023 ha portato una importante recrudescenza delle truffe online, soprattutto nell’Area Centrale del Paese. Come stanno le cose
Quando si parla di truffe online si sa, difficilmente soldi e beni persi tornano nelle mani delle vittime. È però anche raro che i truffatori vengano denunciati. Per questo, ciò che è successo negli ultimi giorni nei dintorni di Siena, dà un bello smacco morale alla media e alle statistiche.
Quattro truffatori sono infatti stati identificati e denunciati alla autorità. Sono chiaramente ancora a piede libero, ma il fatto che esistono dei nomi e dei volti è rincuorante. Soprattutto se messo in prospettiva con le decine di denunce a carico di ignoti, che si vedono giornalmente nel settore.
La prima truffa è stata fatta da un ventiquattrenne che, fingendosi un operatore di banca, ha indotto in inganno una donna, con la scusa di una serie di errori sui server ha convinto quest’ultima a simulare un bonifico di 1050 euro. Bonifico che però era estremamente reale e diretto ai conti bancari di quest’ultimo.
Truffe online, quattro arresti in Toscana
La seconda vittima voleva vendere una moto ma, con una serie di complesse istruzioni dettate per telefono, ha finito col farsi raggirare. Invece di ricevere i solidi l’uomo li ha quindi inviati al truffatore che si era spacciato per un acquirente interessato al veicolo.
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Il terzo consumatore truffato ha una situazione simile, ma in vendita c’era una serie di mobili. E la truffa, mentre nel secondo caso di cui vi abbiamo parlato, non superava i 250 euro, nel terzo la raddoppiava. La quarta e ultima truffa si è legata alla vendita di un’auto utilitaria.
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Il raggiro ha permesso al truffatore di entrare in possesso del bene senza contratto e senza neanche far uscire un singolo euro dalle sue tasche. Insomma, fate attenzione quando si parla dei vostri soldi. Sia che compriate sia che vendiate. Il mondo non è il giardino incantato delle fiabe, è pieno di malviventi senza scrupoli e molto competenti a livello tecnico, disposta a molto altro. E le truffe online sono il primo veicolo di rischio
