La Dichiarazione Unica 2023 è online ma solo per alcune categorie di lavoratori: chi può scaricarla e a cosa serve questo documento
È tempo di Dichiarazione dei redditi. Non c’è ancora fretta poiché da quando il mondo ha conosciuto il Covid-19 il termine ultimo è stato spostato da giugno a dicembre. In queste settimane, però, le prime scadenze sono per le aziende.
Entro oggi, il 16 marzo, devono inviare all’Agenzia delle Entrate la Certificazione Unica, quella che si chiamava Cud. È un documento indispensabile per poter per poter poi presentare la Dichiarazione 2023 che come ogni fa fa riferimento ai redditi relativi all’anno precedente.
Dichiarazione Unica 2023 su NoiPa
La novità riguarda i dipendenti pubblici. Su NoiPa è disponibile infatti la Certificazione Unica 2023 per i redditi dei dipendenti relativi al 2022. Come accennato in merito all’utilità del documento, viene utilizzato dai sostituti d’imposta (il datore di lavoro ma anche l’Inps nel caso dei pensionati perché è l’ente che eroga l’indennità mensile) per attestare diversi tipi di redditi. Tra questi il lavoro dipendente e assimilato, ma anche lavoro, provvigioni e redditi diversi e corrispettivi, come ad esempio quelli derivanti da contratti di locazione brevi.
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Cos’è la Dichiarazione Unica e come si lega a quella dei Redditi
Detto in altre parole, la DU è un riepilogo dei redditi percepiti nel corso dell’anno. Se si ha più di un datore di lavoro si riceveranno tante certificazioni quanti essi sono così come i committenti avuti nel corso dell’anno.
Chi retribuisce compensi da lavoro dipendente o lavoro autonomo, deve rispettare l’obbligo di versare le ritenute Irpef su tali compensi e a realizzare la relativa certificazione annuale, nota appunto come Certificazione Unica.
Dunque, onde evitare confusione, ricordiamo che quest’obbligo è del datore di lavoro o del committente, non di chi deve presentare la Dichiarazione. I primi due soggetti devono realizzare il documento, il secondo hanno il diritto a riceverlo per la Dichiarazione.
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I doveri del produttore della certificazione sono due: trasmetterla all’Agenzia delle Entrate (ed è infatti grazie a ciò che potrà creare le dichiarazioni precompilate e successivamente effettuare controlli incrociati a campione), e consegnare la certificazione al cittadino che deve dimostrare al Fisco quanto ha guadagnato, in linea con i documenti che l’AdE ha già in possesso.