I tassi di interesse sui mutui sono alle stelle e i risparmiatori cercano soluzioni per fronteggiare l’aumento delle rate mensili: eccone alcune.
In seguito al limiti imposti dalla Banca Centrale Europea (BCE) i tassi di interesse sui mutui hanno cominciato a salire vertiginosamente. Basti pensare che, stando ai dati Euribor analizzati da La Repubblica, oltre ai rincari subiti a partire dal 2021, a oggi ne sono previsti di ulteriori anche per i prossimi mesi. Gli esperti parlano di diminuzione solo a partire dal 2024, quando i tassi torneranno a scendere di pari passo alla diminuzione del tasso di inflazione.
Nel 2021 il tasso medio sui mutui si attestava attorno allo 0,5% per i tassi variabili e sull’1% per quelli fissi. A distanza di meno di due anni i tassi si sono attestati sul 3,15% e non accennano a fermarsi. Stando al Codacons si parla di rincari che possono arrivare fino a 3mila euro annui per le famiglie.
Mutui alle stelle: quali sono le soluzioni per affrontare l’aumento dei tassi di interesse?
Chi, in fase di sottoscrizione di un mutuo, ha optato per il tasso fisso può ritenersi al riparo da tali aumenti di prezzo. Chi, invece, ha scelto il tasso variabile deve affrontare rate mensili sempre più care. Per non parlare di chi sarebbe intenzionato a comprare casa! Quali sono, dunque, le soluzioni per affrontare i rincari dovuti all’aumento del tasso di interesse?
A suggerire delle soluzioni ci ha pensato direttamente il presidente della BCE Christine Lagarde, la quale teme che molti debitori possano diventare morosi proprio a causa di tali rincari. Una soluzione potrebbe essere quella di chiedere una rinegoziazione del mutuo alla propria banca, anche se molti istituti di credito si stano opponendo ad applicare sconti.
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In alternativa si può ricorrere alla surroga, in tal modo si può decidere di rinegoziare il proprio mutuo con una banca che applichi un tasso più favorevole rispetto a quella di provenienza. Infine, per coloro che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile, si può effettuare il passaggio al fisso. Ma solo in caso di durata residua del prestito fino a 25 anni, valore inferiore a 200mila euro ed entro un ISEE di 35mila euro.