La Legge di Bilancio 2023 varata dal governo Meloni ha stabilito una volta per tutte dei limiti sui contanti, attualmente fissati a 5mila euro.
La questione del tetto contanti è stata sicuramente una delle più chiacchierate degli ultimi mesi. Con il governo Draghi il limite all’uso dei contanti per i pagamenti era posto a 2mila euro, ma l’intenzione, allo scattare del nuovo anno, sarebbe stata quella di abbassarlo a 1.000. Con la caduta del governo tecnico e l’elezione del nuovo esecutivo di centrodestra la questione è tornata sulla cresta dell’onda.
Con essa si è riacceso anche il dibattito tra coloro che vorrebbero limiti più severi all’uso dei contanti (in un’ottica di lotta all’evasione fiscale) e coloro che, invece, desidererebbero maggiore libertà nell’uso di liquidi per i pagamenti. Ad oggi i limiti per l’uso di contanti sono fissati a 5mila euro, con una normativa che prevede sanzioni piuttosto onerose nel caso di infrazione.
Qualsiasi sia la finalità di pagamento, infatti, esso non potrà superare i 4.999,99 euro nel caso si voglia ricorrere all’uso di contanti. E’ bene notare, inoltre, che anche suddividendo il pagamento in più scaglioni e nel corso di più giorni esso dovrà rispettare lo stesso tetto di 5mila euro. Unica eccezione i pagamenti delle fatture a rate: a patto che ogni rata non superi i 5mila euro, essi potranno avvenire anche tramite uso di contanti.
Ma cosa fare quando si deve effettuare un pagamento di entità superiore? In quel caso bisognerà fare ricorso a metodi di pagamento tracciabili, ad esempio bonifici bancari o assegni circolari. In tal modo l’Agenzia delle Entrate potrà verificare i pagamenti a fini fiscali, anche nel caso di donazioni tra familiari.
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Poniamo ad esempio il caso di genitori che decidono di regalare dei soldi a un figlio per comprare un’auto. Se il loro contributo dovesse superare i 5mila euro, questo dovrà essere effettuato con metodo tracciabile. Nel caso di mancato rispetto del limite, saranno previste sanzioni amministrative pecuniarie da 3mila a 50mila euro.