I mutui sono in aumento ormai da quasi un anno per effetto del rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce
Il 2022 è stato un anno particolare per i prezzi e per la moneta. I costi energetici sono lievitati a causa delle speculazioni causate dal conflitto in Ucraina. L’effetto è stato poi quello di un aumento generalizzato dei prezzi che ancora oggi procede anche se gradfualmente inizia a calare.
Per frenare l’inflazione che ha raggiunto picchi medi di oltre il 10 per cento in Italia la Banca centrale europea che si occupa di regolarizzare la moneta ha dovuto imporre una soluzione obbligata in questi casi: si tratta dell’aumento del tasso di interesse, ossia il costo del danaro. A partire dalla scorsa estate ci sono stati cinque aumenti del tasso ed è previsto un nuovo incremento di mezzo punto percentuale a fine marzo.
Il 16 marzo, in fatti, si deciderà sul probabile nuovo aumento. L’innalzamento dei tassi serve per rallentare gli investimenti. In tal modo di pone un freno all’inflazione così come dimostrato dalla matematica finanziaria. In effetti, i risultati di questa politica si sono già intravisti nell’area euro dove da dicembre sono iniziati i graduali cali dell’inflazione.
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Tuttavia, per evitare un crollo dei consumi i tassi vanno calati con il bilancino cercando di conservare un equilibrio tra rallentamento degli investimenti e tenuta dell’economia. Ed è a questo equilibrio che il mondo bancario italiano si è rivolto alla Bce richiamando gli strumenti che l’Italia dispione per sopperire alle conseguenze dell’aumento dei tassi.
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Infatti, in Italia esiste un fondo straordinario al quale il mutuatario può accedere per sospendere il mutuo fino a 18 mesi in caso di eventi straordinari come la perdita del lavoro, la cassa integrazione. Allargare questo strumento anche nel caso dell’aumento attuale dei mutui può essere ragionevole. Infatti, coloro che hanno il mutuo a tasso variabile sono costretti a pagare centinaia di euro in più ogni anno salvo passare al tasso fisso attuale.