Le banche non prestano più soldi mandando in difficoltà tantissime piccole imprese: molte chiudono, altre sono stritolate dall’usura
La parola “crisi” ce la portiamo dietro da qualche anno. Prima a causa delle ripercussioni create dalla pandemia, poi con l’inflazione portata alle stelle dalla guerra in Ucraina. Ci siamo però quasi dimenticati che già precedentemente vivevamo un periodo non molto florido per l’economica.
Nel settembre 2008 negli Stati Uniti era scoppiata la crisi dei cosiddetti mutui subprime, ossia quelli di bassa qualità. In pratica le banche prestavano soldi a chiunque, anche a chi non dava le necessarie garanzie. Da lì un effetto negativo in tutto il mondo, travolgendo in particolare l’Europa.
Le banche hanno tagliato i prestiti: le conseguenze
Ora, dati alla mano, in Italia avviene esattamente il contrario. In particolare in Friuli Venezia Giulia le banche non fanno più prestiti alle piccole e micro imprese. A dirlo è una ricerca dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre. Dal 2021 al 2022 il calo registrato è stato di quasi 180 milioni di euro. Prima nel circuito c’erano 2,72 miliardi di euro, ora 2,54.
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Parliamo di una regione che in modo particolare come il Veneto e la Lombardia ha tantissimi microimprenditori, esercenti, piccoli commercianti, artigiani e lavoratori autonomi che hanno meno soldi a causa della crisi – o meglio, delle crisi – e meno ricevono dagli istituti di credito.
Aziende che lavorano portando avanti le attività con il peso delle tasse e dei costi fissi, senza dimenticare la concorrenza molto forte del commercio online.
Quali sono gli effetti? Lo studio risponde a questa domanda. Tanti imprenditori sono costretti a chiudere, causando ovviamente anche un danno per il paese dove lavorano, mentre altri cadono nell’usura.
Il fenomeno in realtà non è recente, va avanti da circa un decennio ma ora è cresciuto per via dei vincoli al credito della Banca Centrale Europea.
Oltre al Friuli Venezia Giulia tra le regioni maggiormente in difficoltà c’è la Liguria. Il crollo è dovuto anche alla scomparsa delle due grandi banche venete, Veneto Banca e Popolare di Vicenza.
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Tra le province chi soffre di più c’è Gorizia con una riduzione dei prestiti del 41,8%. Difficoltà anche per Pordenone con un calo del 33,4 per cento. Seguono Trieste e Udine che scendono del 31,6%.