La riforma fiscale voluta dal governo Meloni prevede di agire sulle aliquote Ipref, ma per trovare i fondi si deve dire addio a una serie di bonus.
Una delle proposte più chiacchierate in materia di riforma fiscale sotto il governo Meloni è sicuramente quella riguardante il taglio delle aliquote Irpef. Già da mesi ormai si parla dell’intenzione di ridurre le fasce contributive dalle attuali 4 a 3, unificando in una maxi fascia la seconda e la terza fascia di reddito. I redditi fino a 50mila euro, in tal caso, andranno a beneficiare di un’aliquota Irpef al 27%, di contro al 35% attualmente dovuto.
Ed è in questa direzione che il viceministro dell’Economia Maurizio Leo sta lavorando. Si pensa che entro il mese di marzo sarà presentata una proposta in Consiglio dei Ministri, eppure alle intenzioni devono seguire i fatti. E per farlo servono fondi.
Riforma fiscale: per il taglio delle aliquote serve trovare fondi, dove reperirli?
Per questa ragione l’intenzione del governo sembra essere quella di cancellare una serie di bonus e agevolazioni destinate ai cittadini. Inoltre si stanno prendendo in considerazione anche le detrazioni fiscali al 19%, solitamente legate a spese sanitarie, mutui, spese di istruzione, funerarie e altre.
Già gli scorsi governi avevano cercato di agire in materia di agevolazioni, alleggerendone il contorto sistema e gli iter burocratici che conseguono dall’assegnazione dei numerosi sconti previsti dallo Stato. I risultati, però, sono sempre stati minimi e anzi in alcuni casi il numero di sconti concessi è aumentato ancora di più.
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Agendo su tali sconti il governo spera di reperire i fondi necessari ad attuare le manovre sull’Irpef. Uno dei primi esempi di taglio è quello relativo ai bonus edilizi e alle cessioni del credito per il Superbonus e altri indennizzi simili. Il governo Meloni ha infatti diminuito il contributo per il Superbonus da 110% a 90%.
Oltre alla riforma fiscale sulle aliquote si vorrebbe poi andare ad agire anche sul taglio dell’Iva, in particolare per i beni alimentari di prima necessità. “Nel settore alimentare, ad esempio, abbiamo il 4% per il pane, il 10% per la carne e il pesce e un 22% per una bottiglia d’acqua minerale, andare a razionalizzare è assolutamente necessario“, ha dichiarato Leo al riguardo.