Tasse sull’eredità: quali sono e cosa c’è da sapere. La legge divide in percentuali in base a vari fattori e legami di parentela
Il sogno di molti è ricevere una grande eredità, magari un immobile. In questo modo si può monetizzare con una futura vendita ma in questi casi bisogna porsi sempre una domanda: quante e quali sono le tasse da pagare?
Innanzitutto ci sono una serie di adempimenti burocratici. Poi a differenza di un “normale” atto di vendita, bisogna considerare altri dettagli.
Per vendere un bene ricevuto in eredità bisogna prima avviare la successione e la stessa deve essere chiusa con la divisione ereditaria. Per procedere alla vendita, l’ereditario deve essere in posses
so di vari documenti.
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Il primo è l’atto di accettazione dell’eredità. Infatti la sola dichiarazione di successione non è sufficiente per la vendita dell’immobile. La trascrizione dell’accettazione dell’eredità, ossia il documento necessario che certifica che la proprietà di quel determinato immobile è passato agli eredi.
Quando diventa proprietari di un immobile ereditato con il documento più importante: la dichiarazione di successione. Questa deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate entro un anno dalla morte del de cuius. Grazie a questa dichiarazione, gli eredi diventano proprietari a tutti gli effetti delle proprietà che costituiscono l’eredità.
Il primo passo da compiere per mettere in vendita senza problemi l’immobile è l’accettazione dell’eredità: solo dopo si può presentare la dichiarazione di successione.
Per quanto riguarda le tasse, tale dichiarazione è importante perché stabilisce l’ammontare dell’imposta di successione. Le aliquote sono diversa a seconda della qualità e della quantità degli eredi. L’imposta di successione, pagata dagli eredi, è del seguente valore:
4% sul valore catastale dell’immobile, con franchigia di un milione di euro per figli e coniuge;
6% sul valore catastale con franchigia di 100mila euro per fratelli e sorelle;
6% sul valore catastale, senza applicare la franchigia, per nipoti, zii, cugini di primo grado, cognati e suoceri;
8%, anche in questo caso senza applicazione della franchigia, per tutti gli altri soggetti (convivente incluso).
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Bisogna poi pagare anche l’imposta ipotecaria pari al 2% del valore degli immobili, che sono stati dichiarati in successione. Non bisogna dimenticare l’imposta catastale dell’1% del valore dell’immobile.