Compensazione F24 da utilizzare per uscire dall’impasse creata con il Superbonus e che banche che sono piene di crediti
I bonus edilizi e in particolare il Superbonus hanno creato non pochi problemi dei quali sentiamo ancora parlare. Uno dei temi più ricorrenti è ora la compensazione F24. Si tratta dello strumento utile per sbloccare i crediti delle suddette agevolazioni.
La soluzione della compensazione tra imposte da pagare e i crediti era stata ideata dall’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori edili e dall’Abi, l’Associazione bancaria italiana. Era nata per risolvere la questione dei crediti d’imposta che le banche avevano conservato nei cassetti per insufficiente spazio fiscale.
Quella che era solo una proposta delle due organizzazioni ora sembra essere concretamente più possibile per la situazione che si è venuta a creare con l’approvazione del Decreto del 17 febbraio. Le due associazione hanno avuto un incontro con il ministero dell’Economia e delle Finanze.
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Tantissime associazioni di categoria chiedono l’introduzione della compensazione dell’F24: sarebbe un modo per dare maggiore capacità fiscale alle banche che ad oggi non possono procedere a nuovi acquisti dei crediti d’imposta dagli operatori del settore perché hanno terminato la capienza fiscale.
In pratica le banche accetterebbero gli F24 con i quali i clienti che pagano le proprie imposte, compensandoli con i crediti fiscali che hanno fermi nel cassetto. Ovviamente le regole sarebbero abbastanza rigide con dei vincoli. La proposta infatti potrebbe essere accolta per una percentuale molto bassa delle imposte da compensare, solo tra l’1% e il 2%. Una percentuale che consentirebbe agli istituto di liberarsi di miliardi di euro di crediti che detengono e che ad oggi non sono utilizzabili.
All’indomani dell’incontro presso il ministero, il gruppo parlamentare del Partito Democratico ha avuto un vertico con i segretari generali di FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil, Panzarella, Pelle e Genovesi, non invitati al tavolo con l’esecutivo.
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I sindacati sono dell’opinione che bisogna “dare strutturalità agli incentivi pubblici di riqualificazione edilizia, messa in sicurezza, efficientamento e risparmio energetico”. C’è condivisione sulla soluzione con gli F24, ma sono anche dell’opinione che bisogna limitare lo sconto in fattura e la cessione del credito “ai redditi più bassi (con Isee fino a 30 mila euro), ai condomini popolari e agli incapienti. Categorie che avrebbero difficoltò ad anticipare il 100% delle somme e dunque di godere delle detrazioni.