Quando si avvia un’attività commerciale o si diventa liberi professionisti bisogna aprire una Partita Iva, ma quali sono le cose da sapere?
Aprire una Partita Iva è un’operazione piuttosto semplice, che tuttavia necessita di alcune accortezze preliminari. Quando si diventa liberi professionisti o si apre un’attività commerciale, diventa necessario dotarsi di Partita Iva per poter essere in regola fiscalmente. Quali sono gli step per aprire una PIVA, come si fa e che cosa bisogna tenere presente?
Recandosi all’Agenzia delle Entrate o tramite il loro sito si può portare a termine questo processo gratuitamente. La prima cosa da conoscere è il codice ATECO relativo alla propria attività professionale, basato sulla classificazione Istat. Poi bisogna compilare il modello AA9/12 e consegnarlo a mano o per via telematica. A quel punto l’AdE provvederà a fornire il fatidico codice a 11 cifre entro pochi giorni.
In seguito bisogna considerare le tasse e i contributi previdenziali che bisognerà versare. Per quanto riguarda la PIVA esistono due tipologie di gestione fiscale: quella ordinaria e quella forfettaria. Nel primo caso si deve versare allo Stato l’Iva al 23% o 43%, qualora si superino gli 85mila euro di entrate annuali.
Nel caso di Partita Iva a regime forfettario, invece, l’aliquota è fissata al 15% e al 5% per i primi 5 anni di attività commerciale o autonoma. A tal proposito si ricorda che il governo Meloni ha da poco introdotto la flat tax, che ha alzato il tetto reddituale per poter beneficiare dell’aliquota agevolata da 65mila a 85mila euro. Inoltre i forfettari, pur dovendo emettere fattura, non applicano l’Iva alle cessioni di beni o prestazioni di servizi effettuate, e quindi sono esentati da tutti gli adempimenti di liquidazione e versamento.
LEGGI ANCHE -> Flat Tax: altro che convenienza, in questo caso paghi molto di più | Occhio al dettaglio
LEGGI ANCHE -> Chi non paga le tasse può farla franca | Arriva l’obbligo per il Fisco
Vi sono poi i contributi previdenziali da versare all’INPS. Chi è iscritto alla Gestione Separata INPS dovrà versare un contributo pari al 25,72% dell’ammontare di reddito prodotto durante lo svolgimento dell’attività con Partita Iva. Tramite iscrizione alla Gestione Separata non vi sono contributi fissi da versare. In altre parole, qualora non si dovesse fatturare durante un anno di attività non si sarebbe tenuti a versare i contributi all’INPS.