Nel triennio 2019-2023 le truffa per la percezione indebita del Reddito di Cittadinanza è stata all’ordine del giorno. Tutti i dettagli
Il fatto non sussiste, ecco le parole definitive del giudice che si è rivolto a Guido Caruso, 52enne di San Martino delle Scale, paesino del comune siciliano Monreale, in provincia di Palermo. Il giudice ha concesso al signor Caruso di riavere il reddito di cittadinanza, revocato più di tre anni fa.
Infatti, nel 2019 in seguito ad una serie di fraintendimenti, all’uomo era state revocata la carta del reddito di cittadinanza con l’accusa di Truffa aggravata ai danni della sede INPS (Istituto nazionale della previdenza sociale) presso la quale aveva fatto ai tempi, richiesta per il sussidio statale.
Nel corpo dell’accusa si può leggere che, il signor Caruso, era stato accusato di non aver completato a dovere i moduli di richiesta. E di aver fornito informazioni falsa sui numeri degli appartenenti al nucleo familiare sul modello ISEE fornito per poter avviare le pratiche burocratiche ed accedere ai dati per poter quindi poi percepire il reddito di cittadinanza. Ma dove si pone quindi il problema?
Il 52ene era stato accusato di aver fornito indicazioni false relative alla situazione abitativa della sua compagna. O meglio non averlo fatto. Ad oggi la donna risulta stabilmente residente in un altro comune e quindi non convivente con l’uomo ma ai tempi la situazione non sembrava chiara come si è poi rivelata in seguito.
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Lui non aveva messo il nome di lei sui moduli, quindi, secondo l’accusa, non aveva fornito il nome di un adulto indipendente e che su carta potrebbe potenzialmente contribuire economicamente alla vita familiare. I fatti però, come abbiamo visto sono diversi e le accuse sono state fatte cadere.
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Liberando completamente l’uomo. Non solo, garantendogli anche il risarcimento della somma non percepita in questi quattro anni, per intero. Dal momento in cui il sussidio statale gli era stato revocato il 2 ottobre 2019 ad oggi.