Quota 103, l’Istituto con un messaggio dà comunicazione ai lavoratori interessati che hanno raggiunto i requisiti richiesti dalla legge
Dal 2023 per andare in pensione è attiva la formula cosiddetta Quota 103. Questa cifra si raggiunge sommando gli anni di contributi (41) più l’età anagrafica (62). L’Inps ha dato il via alle domande.
Considerando i numeri necessari, possono andare in pensione i lavoratori nati fino al 1960 e che lavorano almeno dal 1981.
La prima finestra utile per i dipendenti privati detentori dei requisiti entro il 31 dicembre 2022 è il 1 aprile. In pratica devono passare tre mesi dalla maturazione dei requisiti. Per i lavoratori pubblici, invece, si parte dal 1 agosto.
L’Inps tramite un messaggio ha comunicato che il sistema di gestione delle domande di pensione è stato implementato proprio per dare modo a chi ha i requisiti di poter presentare l’istanza di pensione anticipata flessibile.
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Cosa bisogna fare per presentare la domanda? Bisogna collegarsi direttamente sul sito dell’Istituto di Previdenza attraverso lo Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2, la Cns (Carta Nazionale dei Servizi) oppure Cie (Carta di identità elettronica 3.0).
È possibile anche utilizzare i servizi telematici offerti dagli Istituti di Patronato riconosciuti dalla legge. Ancora, si può chiamare il Contact Center Integrato al numero verde 803164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06164164. Il primo è gratuito dalla rete fissa, il secondo da mobile è a pagamento.
Come già detto, la Legge di Bilancio scritta dal governo Meloni ha previsto che la pensione anticipata flessibile si può ottenere nel 2023 con 62 anni di età e 41 di contributi, in via sperimentale.
Il trattamento di pensione anticipata ha un valore lordo mensile massimo non superiore a cinque volte il trattamento minimo, fino al raggiungimento dell’età di vecchiaia.
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È importante ricordare che la pensiona anticipata flessibile non è cumulabile fino alla maturazione dei requisiti per la vecchiaia (dunque 67 anni nel 2023) né con i redditi da lavoro dipendente né con quelli da autonomo. C’è l’eccezione per quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale che hanno un limite di 5mila euro lordi annui.