A pochi mesi dalla chiusura definitiva dell’erogazione del Reddito di Cittadinanza vengono scoperti nuovi casi di truffa
Un caso interessante riguardo al tema Reddito di Cittadinanza si è di recente posto all’attenzione nella provincia di Perugia. Il protagonista è un uomo di 46 anni con la residenza a Gualdo Tadino. L’uomo ha, al tempo, fatto richiesta come molti altri per il Reddito di Cittadinanza. E fin qui nulla di strano.
I presupposti lo rendevano idoneo ad usufruire del sussidio statale ed infatti, dopo lo svolgimento delle regolari pratiche burocratiche, gli è stato affidato. Il problema infatti non è nell’assegnazione, o meglio lo è, ma senza che ci sia un’effettiva colpa del corpo gestionale.
L’uomo, infatti, come ha poi riscontrato che di dovere, ha dimenticato di aggiungere alcuni dettagli. Dettagli che avrebbero potuto portare ad una decisione differente, ovvero quella di non concedergli il reddito di cittadinanza. I dettagli omessi sono i seguenti.
Reddito di Cittadinanza, la truffa dell’imprenditore umbro
L’uomo, dal 2000 e quindi da più di 20 anni, è possessore di una partita IVA, che non risulta di per sé un problema; infatti, il reddito di cittadinanza poteva essere compatibile sia con le partite IVA che con i lavori dipendenti. L’unico patto è che le entrate di questi non superino la soglia per poter quindi beneficiare del sussidio.
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Apparentemente però la soglia di questa partita IVA era più alta di quello che ci si aspettasse. Ne sono una prova le otto automobili trovate nel garage di quest’uomo. Una Land Rover, due Mercedes, una Ford, una Dacia, una Kymco, una Volkswagen ed ultima ma non per importanza, una Fiat. L’unica ad essergli poi effettivamente rimasta grazie all’intervento del suo avvocato, dopo che la guardia di finanza ha scoperto la truffa allo stato.
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Ad oggi quindi, l’uomo ha perso le otto auto, è indagato dalla finanza e ha ricevuto con il Reddito di Cittadinanza più di 20.000€ dalla sede INPS di Perugia, luogo in cui aveva originariamente fatto richiesta per il sussidio