L’assegno unico e universale per i figli a carico prevede delle maggiorazioni n alcuni casi: L’Inps ha chiarito un aspretto
L’assegno unico e universale compie un anno dalla sua entratat in vigore. Infatti, in questo periodo i primi percettori si apprestavano a concludere le prime pratiche e inoltrare le dmande all’Inps, ente erogatore, per ricevere i primi assegni nel mese di marzo. A distanza di un anno il bilancio è senza dubbio positivo e anche sul fronte arretrati e incrocio con i percettori del reddito di cittadinanza la strada si sta spianando.
Oltre alla normativa ordinaria l’assegno unico prevede delle maggiorazioni, alcune inserite con la nuova legge di bilancio, altre in vigore sin dalle origini della normativa dell’assegno unico per le famiglie. Tra questi ultimi c’è la maggiorazione dovuta al caso in cui entrambi i genitori lavorano.
Infatti, la norma prevede una maggiorazione giustificata dal fatto che entrambi i genitori al lavoro hanno la necessità di affidare i figli e ricorrere alla baby sitter. Su questa maggiorazione l’Inps ha operato un chiarimento attraverso dei messaggi al numero 23 del 9 febbraio 2022 e al messaggio numero 1714 del 20 aprile 2022.
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Attraverso le comunicazioni sul portale istituzionale l’ente erogatore ha chiarito che la maggiorazione di cuyi sopra spetta anche ai genitori vedovi. Tuttavia, per ottenere la maggiorazione deve verificarsi una condizine: infatti, l’aggiunta all’assegno ordinario è possibile soltanto sei la morte dell’altro genitore lavoratore si sia verificata nell’anno in cui è riconosciuto l’assegno unico e universale.
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La legge di bilancio 2023, invece, ha portato delle nuove maggiorazioni che riguardano il terzo figlio oppure il figlio neonato fino al primo anno di età. Per quanto riguarda, invece la maggiorazione da entrambi i genitori lavoratori si tratta di un importo ulteriore di 30 euro. Tuttavia, questo importo non è riconosciuto a tutti ma cambia in base all’Isee. Infatti, questa cifra è riconsociuta fino ad un Isee di 15.000 mentre man mano che si va verso i 40.000 euro di Isee questa cifra diminuisce gradualmente fino ad azzerrarsi dopo i 40.000 euro.