La nota azienda di peluche italiana Trudi è finita vittima di un attacco informatico rivendicato da un gruppo di hacker.
Il gruppo di hacker LockBit ha preso di mira la famosa azienda italiana che produce peluche Trudi. Si tratta di un attacco informatico in cui il gruppo minaccia di condividere informazioni sensibili dell’azienda entro 15 giorni dall’avvio del countdown. Il termine è fissato per il 4 marzo, data in cui i dati verranno condivisi qualora l’azienda non paghi il riscatto preteso da LockBit.
Per mettere in atto l’attacco informatico gli hacker hanno fatto ricorso a un cosiddetto ransomware. Una tipologia di malware che permette di cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi per i proprietari dei sistemi stessi.
L’organizzazione criminale di hacker LockBit, che opera da molto tempo e si rinnova costantemente, sfrutta proprio le tecnologie ransomware-as-a-service (RaaS). Tramite queste ultime dei committenti depositano del denaro da usare per attacchi personalizzati, traendo poi profitto dal suddetto quadro di affiliazione. I pagamenti del riscatto sono poi divisi tra il team di sviluppatori LockBit e gli affiliati attaccanti, che ricevono fino a 3/4 dei fondi del riscatto.
La cyber gang, che nel corso degli anni ha attaccato decine di organizzazioni pubbliche e private, ha condiviso il seguente messaggio non autorizzato nel proprio data leak site. “Trudi si accorge di essere un marchio forte, con un’importante riconoscibilità, capace di trasmettere valori ed emozioni“.
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E ancora: “Trudi non è più solo sinonimo di peluche, ma è in grado di lanciare sul mercato proprie licenze, con importanti partner che ne condividano valori e filosofia, destinate a divenire linee di successo. Nascono i primi Bussi: teneri peluche contraddistinti da un ciondolo in legno a forma di cuore, dal dolcissimo sorriso e dal corpo dinoccolato”.
Per far fronte ad attacchi informatici di questa portata le aziende devono andare incontro a lunghi e dispendiosi processi di messa in sicurezza e recupero dati. Per questa ragione è bene formare i propri dipendenti a riconoscere la presenza di ransomware nei sistemi. Inoltre è bene avere un efficiente piano di back up dei dati e affidarsi ad antivirus efficaci e sempre aggiornati.