Si tratta di un altro caso di un utente che è stato palesemente truffato. Vediamo, dunque, com’è andata a finire.
Ancora una volta ci siamo trovati di fronte a un’ennesima truffa che ha messo in serie diffocoltà un uomo veronese che non ha potuto evitare il peggio.
Come è stato spesso ricordato, in effetti, bisognerebbe stare attenti a non credere a comunicazioni che giungono persino da numeri di telefono che, in apparenza, possono sembrarci credibili.
D’altra parte, ormai, è abbastanza diffusa la cosiddetta pratica del phishing con la quale i truffatori tentano di carpire dati sensibili della vittima di turno.
Si deve, però, sottolineare che gli istituti di credito, e, gli enti in genere, non sono soliti contattare gli utenti in questo modo. Vediamo, allora, nelle prossime righe, di capire meglio quanto è successo.
In particolare, a cadere nel tranello è stato Alberto D’Este che l’aprile scorso ha ricevuto un SMS proveniente, o perlomeno così sembrava, da Youalert, la baca a cui ha affidato il suo conto corrente.
In questo messaggio, quindi, lo si è avvisato di operazioni sospette effettuate proprio, per l’appunto, sul suo conto.
Così, il suddetto cliente, credendo a queste parole, ha cliccato sul link che gli era stato inviato e ha inserito le credenziali richieste. In seguito, inoltre, è anche stato contattato in maniera telefonica da quello che si definiva un operatore bancario.
Dopo aver riattaccato, però, si è accorto dell’irreparabile. Infatti, Alberto si è reso conto che erano state farre ben tre operazioni del valore di oltre 4 mila euro.
Il truffato, quindi, ha deciso di recarsi alla sua filiale per avere dei chiarimenti o per poter ottenere l’aiuto sperato.
Così, però, non è stato, per questo motivo, perciò, successivamente ha raccontato la spiacevola vicenda all’associazione Adiconsum che ha predisposto un ricorso presso l’Arbitro Bancario Finanziario.
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A tal proposito, il legale Silvia Caucchioli che si è presa in incarico questo caso, ha affermato che, in situazioni simili, è cosa buona fare questi stessi passi, poiché in genere il consumatore viene ascoltato. a D’Este, infatti, è stato riconosciuto il diritto di rimborso.