La truffa sul conto corrente purtroppo è un fenomeno molto diffuso e tanti sono gli italiani che restano vittime del raggiro
I conti correnti sono strumenti sicuri dove tenere i propri soldi ma allo stesso momento esistono dei rischi. Infatti bisogna avere anche una certa istruzione nell’uso, altrimenti si rischia di perdere tutto se ci si fida di persone sbagliate.
Le truffe che svuotano i conti, purtroppo, sono all’ordine dei giorno. Chi organizza i raggiri è purtroppo molto abile e tanti cadono nelle loro grinfie. Ma ogni titolare ha i propri dati di accesso e se è attento, non deve temere nulla.
C’è stata la disavventura di un cittadino di Frascati ma per fortuna è andata tutto bene. Aveva effettuato l’accesso al proprio conto postale tramite l’App per scoprire che erano stati fatti bonifici in partenza per ben 5.860 euro.
Truffa conto corrente: cos’è successo
La notizia è stata lanciata dell’Associazione dei Consumatori Aeci Aps Roma Sud che si è occupata si seguire legalmente la vicenda. Per prima cosa l’uomo si era rivolto all’ufficio postale per sporgere denuncia del bonifici non autorizzati. Allo sportello gli era stato consigliare di fare affidamento anche alle forze dell’ordine, allegando il documento prodotto in quell’istante.
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Poste Italiane ha però ritenuto di non avere responsabilità su quanto accaduto e ha addebitato la colpa solo al cliente che è rimasto vittima di Phishing.
L’associazione dei consumatori ha mantenuto l’anonimato del malcapitato e ha spiegato che “Tizio attraverso legale della nostra Consulta Giuridica ricorreva, così, all’ABF, Arbitro bancario finanziario, sostenendo, ovviamente, di non aver mai autorizzato alcuna operazione”. L’ABF, però, ha riconosciuto la responsabilità di Poste Italiane Spa. Ciò è dovuto al fatto “fosse stato cagionato dalla condotta almeno colposa del cliente, al quale, invece, l’intermediario aveva attribuito una condotta addirittura volutamente fraudolenta!
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Alla fine il cliente che è rimasto vittima dell’imbroglio si è visto restituire l’intera cifra sottratta con l’inganno. Anche altre sentenze hanno avuto un esisto simile, riconoscendo delle responsabilità dell’intermediario (Poste o banca che sia), reo di non aver fornito al cliente i giusti strumenti per difendersi.