Nel mese di marzo tutti coloro che riceveranno le pensioni dall’INPS troveranno una bella sorpresa sul cedolino in materia di perequazione.
Stando a quanto stabilito dalla nuova Legge di Bilancio, le pensioni INPS dovranno prevedere un adeguamento economico dovuto alla perequazione dei trattamenti pensionistici. Con questo termine si fa riferimento all’adeguamento delle pensioni in base al tasso di inflazione, al fine di preservarne il potere di acquisto.
Data la fragilità economica che interessa milioni di pensionati e il grave periodo di crisi che stiamo vivendo, dunque, si tratta sicuramente di una buona notizia. In particolare con la Legge di Bilancio voluta dal governo Meloni, un adeguamento delle pensioni INPS era previsto già a partire da gennaio 2023. Eppure, a causa di alcune lungaggini burocratiche da gestire, non è stato possibile aumentare le pensioni già dal primo mese del nuovo anno.
Pensioni INPS: di quanto aumenteranno a marzo 2023?
La buona notizia è che arriveranno comunque gli arretrati per gennaio e febbraio, il cui versamento è previsto per marzo 2023. L’aumento in oggetto interesserà tutte le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo nella misura del 100%. In altre parole, le pensioni INPS fino a 2.101,52 euro otterranno un aumento del 7,3%.
Per tutte le altre, l’INPS ha comunicato con una circolare pubblicata il 10 febbraio le percentuali di attribuzione in base al reddito annuale. Nello specifico, per le pensioni da 5 a 6 volte superiori il trattamento minimo (TM) vi sarà una perequazione dell’85%, con un aumento del 6,205%.
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Per quelle tra 6 e 8 volte superiori alla minima si parla invece di una percentuale del 3,431% e una perequazione del 47%. Per quelle oltre 8 e fino a 10 volte il TM del 37%, con un aumento del 2,701% e infine per quelle di almeno 10 volte superiori la minima di un aumento del 2,336%, pari al 32% della perequazione prevista.
Infine ricordiamo che tra le manovre fiscali previste dal governo vi è anche una riforma delle aliquote Irpef. L’idea è quella di portare le attuali 4 fasce di reddito a 3, unificando seconda e terza. A quel punto i redditi fino a 50mila euro beneficeranno di un’aliquota Irpef al 27% e non più al 35%. E pagare meno tasse significa pensioni INPS più alte!