Il Bonus 110% non è stato rinnovato dal governo e ciò mette a rischio alcuni fondamentali lavori per milioni di italiani
Intervenire sul patrimonio edilizio pubblico con l’obiettivo di risparmiare energia e dare alloggi sicuri alle famiglie. Lo sostiene in una nota la Cgil Nazionale e la Sunia (Sindacato Unitario Inquilini e Assegnatari) a seguito di una decisione del governo.
L’esecutivo e la maggioranza parlamentare, infatti, non ha dato il via libera all’emendamento al decreto mille proroghe che avrebbe consentito alle aziende di edilizia pubblica (Iacp o ex Iacp) di avere maggiore tempo a disposizione per usufruire del Superbonus edilizio del 110%. “Non c’è tempo da perdere”, scrive il sindacato.
In Italia ci sono più di un milione di alloggi pubblici e oltre il 90% devono ricevere interventi di efficientamento energetico e statico. I tempi burocratici “non hanno consentito, a quasi tutti gli enti di gestione del patrimonio, di iniziare i lavori”. La decisione del governo porterà a bloccare tutto l’iter dove che alcune gare d’appalto sono state avviate. Molti lavori dunque non saranno portati a conclusione.
Bonus 110%: i rischi dopo la decisione del governo
In termini strettamente pratici ed economici, significa che molte famiglie continueranno a vivere in abitazioni con classe energetica G e di conseguenza dovranno pagare sempre di più i servizi energetici.
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Una contraddizione del governo, accusano le due organizzazioni, che parla di transizione ecologica e di risparmio. Ma nulla fa per il patrimonio di edilizia popolare che tocca dunque milioni e milioni di persone.
La richiesta è di ripristinare il bonus edilizio del 110% esclusivamente per gli immobili di edilizia pubblica “quale strumento di programmazione, rigenerazione e di riqualificazione energetica dei quartieri popolari”. Con la Legge di Bilancio ora in corso, infatti, il Bonus edilizio 110% non esiste più ma solo al 90%.
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Cgil e Sunia forniscono altri numeri ricordando che il 70% del patrimonio pubblico è stato realizzato “prima delle norme edilizie sulle caratteristiche del cemento armato“. Si rammenda anche che il territorio italiano è ad alto rischio sismico e idrogeologico e che i danni causati dai cambiamenti climatici, purtroppo, sono evidenti.